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20 Settembre 2011

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INTERVISTA DI VANITY FAIR A ROSSANA PODESTA', COMPAGNA DI BONATTI "All'ospedale mi hanno allontanata da lui…"

«Io e Walter non eravamo sposati – eravamo entrambi reduci da matrimoni finiti, non ce n’è mai fregato niente di risposarci, era altro quello che ci ha uniti – e per l’ospedale dove Walter era ricoverato questo era un problema, così come lo è per la legge italiana. Pensi che mi hanno anche allontanata dalla rianimazione dicendo: “Tanto lei non è la moglie”. Le sembra possibile che una persona che già è schiacciata dal dolore venga trattata in questo modo?»

A parlare così a Vanity Fair – che dedica a Walter Bonatti la copertina in edicola domani 21 settembre – è Rossana Podestà, compagna della seconda parte della vita del grande alpinista, al suo fianco in molti avventurosi viaggi ai quattro angoli della Terra.

Ma Rossana dice che non c’è stato viaggio più pauroso di quello che hanno fatto negli ultimi due mesi, da quando i medici avevano diagnosticato la malattia al pancreas che se l’è portato via.

Pubblichiamo uno stralcio di questa intervista, gentilmente concessa dalla redazione di Vanity Fair:

Quando si è accorto di stare male?
«Quest’inverno abbiamo fatto un viaggio faticosissimo: 3.800 chilometri nel “grande mare di sabbia” e sull’altopiano Gilf Kebir, tra Libia, Sudan ed Egitto. Lui era assente e stanco, e a me, che lo conosco bene, era sembrato strano. Poi, tre mesi fa, ha iniziato ad avere dolori molto forti e allora l’ho portato all’ospedale. Mi hanno detto subito della malattia, e che era in fase terminale, ma io ho deciso di non dirgli niente, mi sono presa la responsabilità di tacere».

Perché?
«Sarebbe stato inutile che sapesse. E poi avevo terrore che potesse decidere la sua morte da solo».

Lei come ha vissuto in questi mesi?
«Malissimo, perché avevo la certezza della sua morte e sapevo che gli stavo alienando una verità che per ogni uomo è decisiva. Qualcuno che sapeva ha criticato la mia scelta di tacere, ma io sono orgogliosa di averlo fatto, anche se è stato difficile».

Qual è l’ultimo ricordo felice con lui?
«È di una notte di questa ultima estate, nella nostra casa al mare all’Argentario. C’era la luna e una nuvola nera che la copriva, ma da dietro la sua luce filtrava comunque e faceva brillare una striscia di mare. Abbiamo girato il mondo e assistito a tante albe e tramonti spettacolari, ma una cosa così non l’avevamo mai vista. È stato bello che sia successo fuori dalla nostra casa, e anche che a regalare questo spettacolo fosse la luna, che era il nostro astro.».

Qual è il regalo che conserva di lui?
«Nessun oggetto: Walter non era uomo da entrare in un negozio a comprarmi qualcosa. Ci regalavamo la nostra vita l’uno con l’altro: è questo il regalo più bello che ci siamo fatti».

Ulteriori info: www.vanityfair.it/

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