Mettiamo che sei in Islanda e da lontano vedi una grande grotta di basalti…
Ipotizziamo che il tuo gruppo di amici-clienti segua l’altra guida che li sta portando lontano, verso i troll pietrificati, e ti ritrovi solo sotto il grande, enorme, gigantesco tetto.
Immaginiamo che tutti si mettano a scalare a sinistra la paretina di colonne appoggiate, splendida, gradevole, invitante… e che tu abbia un immenso soffitto sulla testa, liscio, senza pietre…
Facciamo finta che il cuore ti batta in petto… che tu abbia qualche cosa di più grande di te, con cui misurarti, che stava lì da tanto, così potente che tu possa liberare ciò che hai dentro senza limitarti.
Pensiamo a quelle colonne come un pentagramma ed ecco apparire le note, le prese, una musica leggera e lontana dove prima sembravano esserci cinque guide bianche.
Proviamo a suonarle, ancora e ancora, mentre la gravaità scompare e c’è solo l’aria.
…lasciamo che il tuo corpo vibri, risuoni mediante quelle armoniche, riceva ed emani, cosicché sia esso parte del tutto.
Poi immaginiamo che sotto di te passi un asiatico divertito e che ti faccia una raffica di foto…
…ed ecco che i piedi tornano a terra…