Anche questa sera nella torre, da solo.
Una casetta piccola, ma disposta su tre piani, perchè il caldo d’un camino non vada disperso, né in diversi frangenti, né in aree inusitate; che si tratti del calore misurabile con il termometro o che si discorra del figlio della fiamma che negl’occhi risplende e che lì puoi valutare.
Il ticchettare del tasti quasi risuona alla sinusoide dei secondi. Un cadenzato scorrere che va sempre in una sola direzione. Spazio immaginario in tempo reale o tempo immaginario in spazio reale.
Forse entrambe le cose nell’epoca della realtà virtuale del pc… che mi porta in più evi ed in più luoghi, nel medesimo istante… Sono presente al tempo di adesso nella testa di chi mi leggerà fra qualche ora. Altri appariranno a me da luoghi distanti attraverso lettere ben codificate secondo la nostra cultura.
Potrei andare avanti ad elucubrare d’aria sino al crepuscolo mattutino… ma è ben altro l’aere che cerco, fatto di roccia, di ghiaccio, di etere e di Dio. E non è qui che li troverò.
Perciò mi ri-tuffo nel lavoro.
Non c’entra Conrad eppure è questa notte quella della linea d’ombra.
Christian Roccati
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