Immagini storiche, vignette, musiche, letture e videoclip, per una antropologia “pop” del vivere in montagna.
“La montagna del dio cannibale”, la conferenza-spettacolo messa in scena dell’antropologo Duccio Canestrini in programma a Trento il 15 marzo, è un mix tra ragionamento e divertimento
Una montagna meravigliosa, dove la vita però è sempre stata dura. Silenzi mistici e tanta fatica. Una montagna equivoca, nel senso che ha sempre avuto diversi immaginari e diversi significati: Eden, rifugio, miniera, colonia, campo da gioco. Di dei cannibali ne ha conosciuti alcuni: un tempo il dio cannibale era concepito come un demone della natura che puniva gli arditi, travolgendo montanari e mercanti, e attirando gli alpinisti verso il pericolo.
Oggi, in epoca di decrescita felice il dio cannibale è forse un vecchio ed errato modello di sviluppo, quello che auspica una crescita del prodotto che però comporta un calo di cura: per le persone e per l’ambiente. In sostanza, più cose e meno rapporti. Più abbondanza materiale e meno felicità.
Dal titolo di un filmaccio horror degli anni Settanta, esce inaspettatamente una riflessione del tutto positiva sul possibile sviluppo armonico delle comunità montane.
Lo spettacolo, è organizzato dall’Accademia della Montagna del Trentino.
Ingresso gratuito.
“La montagna del dio cannibale” – 15 marzo 2012 – ore 20,30, Sala Video Centro S. Chiara – corso 3 Novembre, Trento
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