A Conegliano, il 29 novembre, appuntamento con “La montagna delle fate”

Proseguono le serate di “Montagna Insieme – Spettacolo Montagna”,  la rassegna autunnale della Sezione CAI di Conegliano, con “La montagna delle fate”.
Ospiti  Silke Unterkircher e Paola Favero, che saranno a Conegliano venerdì 29 novembre alle ore 21,  per parlare del Nanga Parbat, il grande colosso del Kashmir. Un trekking intorno alla montagna costituisce l’occasione per ricordare le imprese epiche degli alpinisti sui suoi diversi versanti. Una cima che purtroppo è costata la vita anche all’altoatesino Karl, marito di Silke.

Le due donne hanno anche lanciato una iniziativa di solidarietà per la ricostruzione di una scuola, distrutta da un’alluvione, ai piedi della grande montagna.

Nanga Parbat

Il Nanga Parbat è stato il vero chiodo fisso degli alpinisti germanici che durante il periodo nazista hanno ostinatamente cercato di salire “la Montagna Nuda”. Ma per ironia della sorte fu un alpinista austriaco ad effettuarne la prima salita: Hermann Buhl, partito nonostante la decisione negativa del suo capo spedizione,  che raggiunse la vetta da solo e senza l’ausilio dell’ossigeno, allora considerato indispensabile, bivaccando a ottomila metri di quota durante la discesa.

Il Nanga Parbat (Pakistan) è la nona montagna più alta della Terra con i suoi 8125 metri s.l.m.
È il secondo ottomila, dopo l’Annapurna, per indice di mortalità, ovvero rapporto tra vittime ed ascensioni tentate.

Paola Favero e Silke Unterkircher

Paola Favero è un’alpinista, scrittrice di alcuni libri, spesso su temi di ricerca e ricostruzione storica. Ha realizzato un singolare ed impegnativo trekking intorno al colosso himalayano per leggere con i suoi occhi, sulle immense pareti del Diamir, Rupal e Rakhiot, le conquiste e le sconfitte di questa cima.

Silke Unterkircher è nata e vive in montagna.. La sua passione per essa é sicuramente cresciuta grazie alla vicinanza di Karl che di montagna viveva a 360 gradi, essendo guida alpina. Non incolpa la montagna di quanto accaduto a suo marito, scomparso proprio sul Nanga Parbat, ma lo ritiene semplicemente un tragico destino che nulla toglie all’importanza e al valore del suo amore per il marito. “… Amavo Karl per quello che era! … e per Karl le montagne erano la sua vita!”

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