La notte scivola tra il ticchettio dei tasti, beffarda si nasconde nei bicchieri e nella cenere che conti, sempre meno di quella che hai aspirato.
La tenebra si accende in tizzoni di pensiero, sorseggia la tua vita un brandy alla volta, invecchiata quanto tu sei davvero e non quanto ti senti dentro. L’oscurità striscia fra le parole, serpeggia tra verità e menzogna, illumina il pozzo del tuo e degli altri ego, senza mai un “te absolvo”.
La notte è avvoltoio senza fame, scruta e vede, attende, e non si sporca il collo senza piume con le tue nere vesti, ma si appoggia al terreno, aspettando che la verità esca dalla carcassa.
Se essa sia paradiso od inferno non sai dire, a seconda dei semi che avrai sepolto e non mangiato, di secondo in secondo, anno dopo anno, cambierà il colore che darai alla volta. Dopotutto è soltanto il tuo punto di vista su una frequenza immutabile.
Christian Roccati
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