In un luogo di scalata storica, non mi sognerei mai di piantare un fix con un tassellatore. (Nelle grandi discussioni si dice ancora che si piantano spit con il trapano… ma non è così, oggi si usano i fix!).
Dicevo… Non mi sognerei mai di piantare un chiodo ad espansione in una parete che ha tutt’altre tradizioni. Se voglio aprire una via in un posto classico uso i chiodi a secco. Se desidero fare la stessa cosa nel paradiso del trad. beh allora andrò in clean climbing. Se invece andassi in uno dei santuari delle multipitch sportive, adotterei fittoni resinati dove la roccia è di calcare o fix inox dove la parete è vulcanica o comunque dura.
Allo stesso modo non aprirei mai un sentiero dove non va bene che ci sia…
Eppure mi sovviene un pensiero… Per quanta etica possa usare, quando pulisco una traccia od una parete, quando apro una via… Per quanta logica e rispetto adotti… Per quanto mi informi e viva le tradizioni del luogo ed usi lo stesso timbro, emuli la stessa mano, per rispetto… Per quanti sforzi faccia… ci sarà sempre qualcuno che critica, seduto su una qualche poltrona con un giornale in mano… non certo appeso con una corda…
I chiodi saranno sempre troppi o troppo pochi. Troppo distanti e su roccia friabile o troppo vicini e su roccia eccessivamente compatta o ripulita. La via sarà troppo moderna, troppo classica, eccessivamente da climber, o magari troppo simile alla montagna.
Troppo. Qualsiasi cosa si faccia… non si ha avuto rispetto.
Eppure cammino e cammino e vedo, leggo ed ascolto. Passeggio per la piccola comba di Senin, dove giocavo da piccolo, stravolta per crearne un prato per i giochi popolari. Ma è lo spit ad essere invasivo. Vado a Cheneil e scopro che qui presto vi sarà una strada ad uso mezzi, e forse un ascensore a cristalli simile a quello già attaccato al forte di Bard. Ma è lo spit ad essere invasivo. Penso a Comboé e so che presto lì sarà tutto modificato… Ma è lo spit ad essere invasivo. Considero il nuovo impianto che porta sotto la punta Giordani… comodo certo… mica lo nego… Ma è lo spit ad essere invasivo. Ricordo la strada che conduce alla croce Roley e so che prima o poi sarà congiunta a quella che viene dal Piemonte, dalla valle dell’Orco… Ma è lo spit ad essere invasivo. Passo per Cervinia e mi volto da qualsiasi parte, e poi a Courmayeur e così in centinaia di altri posti… parlando solo della piccola Valle d’Aosta… ricordo il progetto d’innalzamento del Piccolo Cervino a 4000 artificiale con l’aggiunta di un grattacielo… penso al reticolo d’impianti, parcheggi e strade asfaltate ovunque… ed a questo punto ho la chiarissima posizione in mente … è lo spit ad essere invasivo. È lui il vero assassino dell’avventura in montagna.
(Almeno chiamatelo fix però)…
Christian Roccati
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