Fa un gran freddo e devo ancora finire di spalare un buon mezzo metro di neve su tutta la lunga carrareccia che conduce alla strada principale. Questo è il secondo inverno consecutivo che si dimostra in tutta la sua grandezza, considerando gli ultimi dieci anni. Le mani mi dolgono. Ho scalato molti giorni di fila, per lavorare ad un nuovo libro e sono ricoperto di calli. Un tempo lo consideravo un vanto, oggi più che altro una protezione, peraltro fastidiosa per chi mi stringe la mano.
Devo ancora disgelare i tubi prima di uscire. Nonostante li abbia coibentati ho lasciato per errore qualche “spiraglio” nel filtro dell’acqua ed il risultato è che quando va molto sottozero rischia di spaccarsi. La scorsa settimana è stata tutta intorno ai –15, se ricapita sono “fregato”. Rimarremo senz’acqua e la vasca d’emergenza che ho installato basterebbe giusto per uno o due giorni. Di norma la riempio con una pompa di cinquanta metri che mi fa da bypass grazie ad una fonte naturale nel monte che ho dietro casa. L’idea è merito del precedente proprietario, non mia.
Finirà questo inverno prima o poi. Adoro la neve, ma mi fa perdere tempo e risorse. Ho bruciato non so quanti quintali di legna questa stagione, per scaldare la casa quel tanto da non battere i denti (Continua a leggere sul blog di Cristian Roccati).
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