Insolitamente questa settimana ho avuto un po’ di tempo e così l’ho dedicato in quattro mezze giornate alla lettura di altrettanti volumi.
Ho iniziato con Racconti in Verticale di Alessandro Grillo… una bella raccolta di ricordi sequenziali più che una vera biografia. Il filo conduttore di una vita che vola tra le pareti, ci riporta attraverso le epoche e i luoghi, nella Finale Ligure in nuce… quando tutto era ancora da compiersi. Penso che chiunque ami l’arrampicata dovrebbe soffermarsi a godere di questo piccolo gioiello che è in grado davvero di riportare profumi perduti alla mente di chi capisce che dietro all’oggi c’è un magico ieri.
Peccato solo per la brevità dell’opera: servirebbero 5-6 libri uno dietro l’altro per colmare parzialmente l’appetito, stimolato anche dal materiale fotografico.
Ho continuato con Ottavo Grado di Tribout e Chambre, vera ode all’epoca che rivoluzionò l’arrampicata e il mondo delle pareti. Il tomo è fatto molto bene e calamita il lettore a ogni pagina e riga! Funziona come una macchina del tempo in quanto parla del passato dal passato. Le informazioni che ne derivano non sono solo quelle del tempo descritto, dall’epoca del ’40-’50 in avanti, ma anche le relative mentalità al punto di vista storico degli anni ’80 in cui venne composto.
Uno dei due autori, ovviamente Tribout, è parte integrante di quelle grandi vicende ed è un peccato che non vi siano mai contributi personali, ma piuttosto una terza persona che non viene mai lasciata. L’oggettività è impossibile e traspare l’emozione e sarebbe perciò bello descriverla in prima persona. Il testo è davvero consigliatissimo.
Dopo aver sviscerato il magnifico “Marzio Nardi is dead” della Corriero non potevo trovare miglior paragone se non in questo volume.
Dopo aver approfondito le precedenti letture mi sono dato a un cambio con Alla scoperta della particella di Dio di Massimo Corbucci. Non posso che rimaner perplesso da questo testo, certamente innovativo ma anche molto, molto particolare. Non ho apprezzato la narrazione tanto sospinta dall’autore come la chiave per le menti più diversificate per capir la fisica e le leggi della natura… Amo gli esempi semplici, ma pertinenti: il continuo discorrere dell’autore col lettore distoglie dal discorso e rende più ostica la comprensione di concetti che molto difficili non sono se spiegati con una prosa continua.
Dopo aver letto svariati testi di Stephen Hawking, Antonino Zichichi e di altri luminari, tutti molto ironici e ben posizionati, diventa difficile digerire la sensazione che alberga costantemente nel libro “ho la verità in tasca e nessuno lo riconosce”. Ciò è un peccato perché le idee espresse nel volume sono curiose e varrebbe la pena un approfondimento per capire quanta verità possa esser proiettata in esse… errore o rivoluzione?
Penso sia comunque un libro da analizzare in parallelo ad altre letture affini per una “messa a sistema”.
Ultima opera della settimana… lo ammetto… non avevo ancora letto questa pietra miliare di Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di Ragno.
Il mese scorso ho potuto fruire de Il castello dei destini incrociati… ho iniziato dalla fine e poi sono tornato all’inizio, al primo vero romanzo del patriarca italiano.
Che dire? Dopo aver approfondito libri storici, mi sono dedicato a un romanzo. La porzione cronologica è sparita sotto il peso della narrazione in raffronto agli altri volumi in cui è accaduto esattamente il contrario. Non posso recensire un libro di Calvino, l’han fatto milioni di altri che ne avevano ben diritto.
Posso solo affermare che quando hai nelle mani un volume del genere, ti rendi conto di possedere qualche cosa di diverso da tutto il resto, qualche cosa che possiede te… Capisci davvero cosa sia un libro.
Buona lettura… alle prossime!
Christian Roccati
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