Respiro. Finalmene mi sono ripreso.
Volevo andare a fare immersioni sotto i ghiacciai. Fa parte del mio percorso evolutivo per arrivare alla sorgente, a mio modo, per giungere dietro il sipario, un giorno, e retroattivamente già ora.
Se accadrà è già accaduto.
Il primo problema era partecipare alla micro “spedizione”, anch’essa solo un passo nel Cammino. Sono riuscito a farmi accettare, a trovare parte del denaro, a rateizzare il pagamento. Tutto non facile. Mi serviva l’attrezzatura e la certificazione per usarla. Mi presteranno quella ottimale per quei giorni e un’altra problematica per prendere il brevetto specifico. Necessitavo della forza economica per fare il nuovo corso e le relative immersioni… sono riuscito a rientrare di una parte dei diritti d’autore di cui son creditore. Tutto ciò è stato molto difficile.
Ed eccoci in pista. L’ultima volta son stato molto male, ho tentato di riparare la muta, più volte. Per giorni. Sapevo che avrei patito ancora e che sono stanchissimo. Non dormo da mesi. Ho arrampicato l’altro venerdì, mi sono potenziato sabato al trave e ieri notte ero alla festa di una persona speciale.
Ho dato la mia parola e così non potevo mancare, lo merita.
Sono tornato dopo aver rispettato l’impegno con il cuore. Ho dormito due ore e son ripartito. Immersione in mare in un piccolo relitto, test e manovre d’emergenza riuscite, nonostante la muta mi sia stretta e mi abbia quasi soffocato, e sia “affondata” garantendomi difficoltà intense e quasi l’ipotermia al rientro in gommone.
Impagabile è stata la doccia bollente sul molo, al cospetto del mare e delle Alpi innevate.
Ho mangiato quattro piatti di pasta constatando che il mio corpo deve ancora capire bene che tutto il cibo lo deve mettere nei muscoli per i restanti sei kg che mi mancano. E poi via… giunto a casa sono quasi svenuto, la stanchezza di mesi e mesi si è manifestata di nuovo. Ho cercato di reagire in tarda nottata, perché domani, oramai oggi, avrò un impegno estremamente importante con una persona ancora più importante.
Ed eccomi qui… a progettare, a mettere a punto la macchina fisica mentre l’illusione di quella virtuale va avanti ed è già al di là di me.
Gli amici si sono preoccupati… continuano a chiedere… a dire di fare attenzione. Sorrido: pongo estrema concentrazione e ho viva consapevolezza di ogni millimetro di vita, grazie alla disciplina e al Credo. Mi domando perché non chiedano mai del mio percorso trascendente che mi pone a equa distanza tra un asceta, un mago, uno spartiate e un folle.
Forse non interessa, forse non importa o, temo, continua a essere un sentiero che continuio a vedere solo io.
In fondo basta sbagliare e nella tastiera “qwerty” si tocca il tasto “c” invece che quello “v”.
Al posto di “vedere” si scrivere “cedere”. Basta un piccolo errore: qualcuno vede, qualcuno cede.
Forse ciò che non è percepito non è il cammino.
Si tratta piuttosto del tifone immenso che costantemente ruggisce di morte. Basterebbe così poco.
Ce la posso fare.