La spedizione al Manaslu sta entrando nel vivo.
Le difficoltà e i contrattempi degli ultimi giorni sembrano essere acqua passata. Marco ha raggiunto il campo base del Manaslu e proprio per oggi, venerdì 23 settembre, é previsto l’avvio dell’attacco alla vetta.
Vista l’importanza del momento, gli aggiornamenti a questo punto si susseguiranno con maggior frequenza e tenteranno di raccontarvi nel dettaglio l’emozionante avventura di Marco Galliano e del suo amico Carlo Alberto Cimenti (per gli amici “Cala”). Ma eccovi un breve resoconto di quanto accaduto negli ultimi giorni.
10 settembre: La “Manaslu Expedition 2011” giunge al campo base con parecchie ore di anticipo rispetto al programma. “4.824 metri sul livello del mare e confort di lusso”, scrive Marco via sms. Piove, la neve ancora non si vede, ma bisogna salire di altri cinquecento metri per poter calpestare per la prima volta il manto bianco nepalese.“E’ stata una battaglia – racconta Marco – arrivare fino qua, ma finalmente ce l’abbiamo fatta. Ora dobbiamo cancellare tutte le sfortune in cui siamo imbattuti, resettare la mente ed iniziare a concentrarci sull’unico vero obiettivo della nostra “vacanza”. Al momento non ci sono finestre di bel tempo. Si preannuncia brutto fino a mercoledì. Poco importa, avremo modo di lavorare nelle nostre tende ed organizzare il campo al meglio”.
“Ho conosciuto Nima – continua Marco – ovvero il giovane sherpa che mi seguirà nel tentativo della vetta. E’ giovane e molto forte. Spero di riuscire a creare fin da subito con lui spirito di squadra. Nel frattempo ho sballato la mia amata tavola Custom Made e questa notte dormirà con me… dovrò pur coccolarla no? Un abbraccio fortissimo a tutti dal Manaslu!”
12 settembre: Campo 1 è allestito. Continua il maltempo.
13 settembre: Dopo una notte ai 5.739 metri del campo 1, Marco e Cala salgono verso campo 2, ma il poco acclimatamento e il meteo sfavorevole li inducono a fare dietrofront, naturalmente con tavola e sci. “Non ci siamo fidati di continuare – racconta Marco – perchè le condizioni fisiche e climatiche ci hanno messo il bastone tra le ruote”.“La seraccata è mastodontica – conclude Marco – ed abbiamo così potuto vederla di persona da ben vicino. La “gita” è stata utile anche per svagarci un po’ perchè abbiamo messo a segno le prime curve sulla neve nepalese. Siamo riusciti a rigare fin giù dove la neve ce l’ha permesso e vi posso garantire che è stato uno spasso”.
18 settembre: Dopo giorni di maltempo e attesa, la “Manaslu Expedition” torna in aria sottile. Dopo essersi portati al campo 1, Marco e Cala riescono finalmente a montare il campo 2, dove si fermano per una notte, peraltro non facilissima dal punto di vista fisico. “Sono quasi 6.400 metri – scrive Marco – ed è il tratto alpinistico più duro. Siamo saliti senza portatori, con 20 chili di zaino sulle spalle. La quota inizia a sentirsi e siamo stanchi”.
La mattina di domenica 18, poi, Marco e Cala raggiungono campo 3: 6.717 metri da guadagnarsi con l’aiuto delle corde fisse. “E’ stata dura – continua Marco – e speriamo che questa notte la tendina monotelo che abbiamo piazzato ci ripari un po’ dal freddo. Sto molto meglio ed il mal di testa se n’è andato. Domani scenderemo con tavola e sci fino al campo 2 e lasceremo lì le nostre assi per la discesa in modo che, quando risaliremo, potremmo essere un po’ più leggeri. Dal secondo campo ricammineremo fino al campo base per la notte e rimarremo lì per tre giorni nel tentativo di rimetterci completamente in vista della sparata finale”.
19 settembre: Durante la notte al campo 3, Marco e Cala avvertono chiaramente l’ormai nota scossa di terremoto di magnitudo 6,8 che colpisce la valle del Khumbu. “La tenda ha iniziato a ballare – scrive Marco – ed abbiamo sentito un boato incredibile. Un crepaccio si è staccato e con lui anche una bella valanga che è passata a circa 800 metri dalla nostra postazione. Fortunatamente la slavina non ha colpito la linea di salita, nè quella su cui stanno i campi alti e possiamo quindi ritenerci fortunati. Non è stata una bella esperienza”. “Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata – prosegue Marco – ma pensavo anche che non ci fossero poi moltissime differenze rispetto al Cho Oyu. Invece non è così, questo gigante himalayano è proprio “bastardo dentro”, si lascia avvicinare e poi ti si ritorce contro. Eravamo riusciti a fare un buon acclimatamento negli scorsi tre giorni ed anche la fiducia nel nostro fisico era aumentata. Ora ci ritroviamo con una botta di adrenalina nel cuore che non sarà facile da smaltire”.
20 settembre: Il monsone continua a riversare pioggia anche in quota. “Non vuol proprio smettere – racconta in una telefonata Marco – e la mia tenda ne sta facendo le spese. Scende un bel fiumiciattolo verso il nostro accampamento e mi ritrovo come a Venezia… acqua alta in tenda! Domini, quindi, dovrò spostare tutta la mia roba cercando riparo altrove“. Ennesimo intoppo, ma questa volta facilmente risolvibile.
“Venerdì, anche se il meteo non migliorerà, dovremmo finalmente partire per tentare la vetta – conclude Marco -. Mal che vada rinunceremo e ci riproveremo con partenza domenica. Non resisto più, voglio salire, ma non per montare i campi, bensì con un preciso obiettivo!”.
“Manaslu Snowboard Expedition 2011″ è sponsorizzata da Ferrino Highlab, partner di Mountainblog
Info: www.marcogalliano.it
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