Appuntamento a Pergine Valsugana, peccato che… “sto arrivando, dieci minuti, però non ricordo il nome della via, e neanche il nome della tipografia; ma la strada me la ricordo, ci so arrivare, appena arrivo vi dico dov’è e così mi raggiungete!“.
L’appuntamento è con Manolo, che sta andando a ritirare le prime copie fresche di stampa della sua guida “In bilico …fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero“, e darsi appuntamento per trovarsi nello stesso posto è un po’ come raggiungere una di quelle falesie della guida, magari meno famosa delle altre: “sì, ce ne sono alcune più scomode da raggiungere, che non sono più così frequentate, devi avere voglia di camminare un po’ per arrivarci… forse per questo i giovani oggi amano di più la plastica, o le cose più comode e più belle, più divertenti“. Per questo su molte falesie, nella guida, è quasi più dettagliata la descrizione per arrivare all’attacco che quella della via stessa: “no, non ho voluto esagerare nei dettagli descrittivi, che tanto è inutile, la via è quella che ti troverai a fare di persona, senza tante aspettative…“.
Comunque alla tipografia ci arriviamo, proprio mentre Manolo sta uscendo dagli uffici con il primo cartone di libri in braccio, felice, glielo si legge in faccia, emozionato di poter sfogliare la prima copia di questo lavoro meticoloso, e noi con lui. Andiamo a cercarci un posto tranquillo per l’intervista, sul greto del torrente Fersina, ma il momento “ufficiale”, giornalistico, a telecamere puntate, può aspettare, perché abbiamo già la guida in mano; non faccio in tempo ad aprirla che Manolo mi ferma sull’incipit della terza pagina, un “Benevenuti“, a farmi capire subito che questa è una guida da leggere, dove niente – informazioni, citazioni, frasi, fotografie, pezzi di immagine d’archivio, disegni, schizzi e didascalie – è stato messo lì per caso:
benvenuti in questo viaggio…
E’ in noi che i paesaggi hanno paesaggio.
Perciò, se li immagino li creo; se li creo
esistono, se esistono li vedo.
I viaggi sono viaggiatori.
Ciò che vediamo non è ciò che vediamo
ma ciò che siamo…
Fernando Pessoa
“Vedi, è proprio così: alcune di quelle falesie, di quelle pareti, non sarebbero mai esistite, se io o qualcuno, non le avessimo cercate, viste, esplorate… e poi raccontate“.
Ed è proprio un grande racconto, questa guida di 416 pagine che Manolo ha realizzato tornando a questi temi dopo 15 anni, con l’ideazione grafica e impaginazione – quasi “magazine style” – di Cristina Zorzi e la copertina di Jimi Angelo Trotter.
Non aspettatevi un freddo elenco di vie e falesie, con tabelle di difficoltà, disegni essenziali e descrizioni tecniche: in queste pagine c’è molto di più ed altro ancora, tanto che mi sento di consigliarne la lettura anche al semplice appassionato di montagna che non abbia mai arrampicato.
Quello che Manolo ha voluto ripercorrere infatti è un vero e proprio viaggio, nello spazio e anche nel tempo della memoria: tra le pagine dei Pilastri della Totoga vi imbatterete nella foto dell’audiocassetta maxell 60 con la registrazione di Jessica di Roy Buchanan, che “alternò con Ummagamma dei Pink Floyd” – come precisa la nota a fianco – “la colonna sonora del Pilastro“; nel capitolo sul Mattino dei Maghi, un’intera pagina è dedicata alla fotografia della copia originale (e consunta) di “Jukebox all’idrogeno” di Allen Ginsberg, sulla cui copertina è riportata a mano la via girando intorno al profilo dell’inconfondibile cilindro USA (per chi non capisce cosa sto scrivendo, è un motivo in più per procurarsi la guida!); non mancano i ricordi degli amici che non ci sono più, come la pagina di diario dedicata a Roberto Bassi, né alcune foto storiche come quella di un giovane Stefan Glowacz “elegantemente su Trimurti”, o dei cecoslovacchi che “sbarcano” in Totoga nei primi anni ’80: “trovano un altro pianeta…“, ma oggi (foto di Adam Ondra) “alla fine degli anni 2000 sono già lontani in un altro pianeta!!!“.
Un viaggio nell'”esplorazione del gesto” e della difficoltà, ricostruito meticolosamente da un Manolo che ci saluta “in bilico” fin dalla copertina; accendiamo le telecamere e cominciamo finalmente l’intervista, quella apparentemente “seria”, anche se in realtà le cose importanti le abbiamo già dette tutte:
– in fin dei conti hai sempre vissuto in bilico… –
– …e continuerò a farlo! –
Andrea Bianchi – Mountainblog.it
[prossimamente su Mountainblog il video dell’intervista – stay tuned!]Manolo – “In bilico”
Osteria Taci cavallo Editing di Maurizio Zanolla (Manolo)
pp. 416 – euro 25,00 – italiano e inglese
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