Non è una novità che in locali dediti alla ristorazione si presentino mostre di artisti di vario genere; un modo semplice di promuovere le leccornie di una buona cucina e allo stesso tempo di accostarsi all’arte in modo meno accademico e più informale.
Ma l’accoppiata bruschetteria “El Mighelon” e Manrico Dell’Agnola fotografo- alpinista, che verrà presentata venerdì 21 dicembre alle 18, va ben oltre un semplice connubio cucina-fotografia. Innanzitutto perché la prima bellunese di “Le mie invernali” nasce, proposta a Nave, da un profondo legame di amicizia tra Manrico e Michele iniziato lungo una corda comune, dipanatasi in terre lontane come l’Isola di Baffin; inoltre perché, con grande sorpresa per tutti i presenti, le pareti della nota bruschetteria non ospiteranno le splendide fotografie di montagna a cui Manrico ci ha abituati, grazie anche ai famosi “Archive”, i suoi ambiti calendari, di tiratura limitata, presenti in cartoleria in questi giorni.
Il sottotitolo della vernice “Dalla fotografia realistica al surrealismo fotografico” chiarisce il gioco di parole un po’ burlesco del titolo (Manrico ama come alpinista le assolate pareti di El Capitan in Yosemite e non le fredde invernali).
Quello presentato venerdì da Mirta Amanda Barbonetti è quindi un nuovo percorso artistico dell’uomo fotografo, la cui bravura è andata sempre ben oltre l’ottima padronanza della tecnica fotografica, caratterizzandosi per la sapiente capacità di aspettare l’attimo, individuare il particolare e l’inquadratura e stabilire il giusto taglio anche in post-produzione.
Tutte queste peculiarità ne “Le mie invernali” trovano forma in un’esasperazione dell’aspetto grafico che il paesaggio, in questo caso invernale, riesce ad offrire a chi lo sa cogliere; paesaggio reso minimalista dall’annullamento del colore e allo stesso tempo impreziosito dall’abbandono della carta fotografica a favore dello sviluppo su tela. Piccoli dettagli che diventano grandi scenari con l’intento di andare al di là della soggettività della bellezza per esplorare l’oggettività del sentire.
Dell’Agnola ha iniziato a proporre questa nuova esperienza all’interno del Gruppo Sedna, che dal 2010 riunisce una decina tra pittori, scultori e un fotografo, Manrico per l’appunto, provenienti da tutta Italia. Scopo del sodalizio è la promozione, nell’ambito dell’arte contemporanea, di una comune ricerca linguistica, all’interno della quale la parola e il linguaggio sono affidati all’uso del colore e dell’immagine. In questo modo s’intende allargare la sfera dell’indagine artistica al rapporto arte-società, alla funzione dell’arte pura, alla ricerca degli assembramenti matrici e scenici e del linguaggio del corpo, alla ricerca del significato e del senso di fare arte.
L’esposizione sarà visitabile sino al 28 febbraio, chiuso il mercoledì.
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