Nel 2005 nasce l’Alta Via del Granito. Nello stesso anno, l’ultimo passaggio su questa splendida cavalcata venne eseguita da Mirco Mezzanotte, detto il “camoscio del Tesino”, campione di scialpinismo a livello mondiale, interprete di performance alpinistiche di primo livello tra cui la salita sprint al Cho-Oyu del 2002, il concatenamento dei tremila dolomitici del 2007 e l’anno successivo i 4000 delle Alpi.
Insomma una specie di infaticabile macinatore di dislivelli, che fra un exploit e l’altro volge uno sguardo alle montagne di casa sua e realizza imprese che non sono proprio alla portata di tutti.
Quel 23 settembre del 2005 – racconta Maurizio custode di Malga Sorgazza – Mirco arrivò qui in Sorgazza, accese quel suo incredibile motore e si avviò sull’AVG per il giro verde (antiorario) rientrandone dopo 4 ore, 53 minuti e 41 secondi. Questo tempo, a dir suo migliorabile (!!!???), non solo non è stato ancora battuto, ma nemmeno lontanamente avvicinato da nessuno… dimenticavo, cima compresa, vale a dire con salita (facoltativa e non obbligatoria) a Cima d’Asta.
Prosegue Maurizio: “Nel gennaio 2013, in una delle sue solite visite lampo, Mirco passa a salutarci: è allora che gli dico che l’AVG mancava ancora della “prima invernale” e non vi nascondo che il dirglielo era un modo anche per stuzzicare il suo appetito. “…ma come? Ancora nessuno l’ha fatta??!!” mi disse. Io risposi, dal basso della mia incompetenza, che la cosa non mi sembrava semplice semplice, soprattutto per le continue variazioni delle condizioni neve e per la varietà del percorso.
In particolare, secondo me, la lunga attraversata da Forcella Quarazza a Forcella Ravetta, esposta a sud e a tratti ripida era uno dei punti chiave di tutto il giro, insieme al collegamento fra le “Buse” e la “Magna”. Ne discutemmo un po’, e alla fine lui risolse il tutto proponendo il giro in senso orario (“giro arancio”), ovvero al contrario di come invece lo aveva fatto sette anni prima: in effetti il transito fra le forcelle Quarazza, Rava e Ravetta fatto in quel senso sarebbe avvenuto nelle prime ore della giornata e quindi in condizioni migliori.
Ci salutammo quel giorno, e io gli ricordai: “… appena hai un giorno libero, vieni a provarla!” Lui mi rispose: “… un giorno? Sei matto! Mezza giornata vorrai dire!!!”
Martedì 16 aprile 2013: ancora una volta Mirco arriva qui in Sorgazza, si mette gli sci, accende quel suo incredibile motore e si avvia sull’AVG per il giro arancio (orario) rientrandone dopo 4 ore, 53 minuti e 50 secondi: Accidenti!!!!… Ben nove secondi in più’!!! inammissibile direi!!
Mirco Mezzanotte, il primo a percorrere in meno di 5 ore con gli sci ai piedi l’intero tragitto, inclusa la salita a Cima d’Asta a quota 2847 mt., racconta nei suoi appunti:
“L’Alta Via del Granito in versione invernale diventa una concreta e possibile esperienza anche per gli appassionati delle pelli di foca. Questo magnifico percorso, che si snoda fra Malga Sorgazza, Rifugio O. Brentari e Rif. Caldenave, diventa ancor più selvaggio e solitario con la neve.”
Dice ancora Mezzanotte, “l’idea mi era venuta parlando proprio con Maurizio e Carla, appassionati custodi di Malga Sorgazza, a Gennaio, ma poi per le continue nevicate ho sempre dovuto rinviare per questioni di sicurezza. Ho fatto un sopraluogo la settimana scorsa fino a Forcella Quarazza. Oltre non era sicuro proseguire e così sono risalito due giorni dopo, passando oltre fino a Cimon Rava, Forcella Ravetta, Rifugio Caldenave, Valle dell’Inferno, Forcella Buse Todesce e giù dalla Val Vendrame. Ho visto e considerato ciò che mi interessava: ero pronto a partire!
Questa volta, a differenza del 2005, quando in estate avevo percorso il giro in senso antiorario (“giro verde”), sono salito verso Costabrunella (“giro arancio”). Alle 6,18 sono partito da Malga Sorgazza (1430 mt.)
Poco dopo alla diga di Costabrunella il sole sorgeva alle mie spalle, oltre il gruppo di Tolvà e mi rendevo conto, visto le alte temperature della notte, che avrei trovato neve marcia e pesante lungo tutta l’Alta Via, e così è stato. Già nel lungo traverso che porta a Forcella Ravetta ho dovuto rimettere le pelli per guadagnare quota in quella neve così “cedevole.
Mi tuffo nella nebbia assoluta nella piana di Caldenave: in basso torna la visibilità, ma pioviggina.
1h e 40’: sono pronto per risalire ancora in quella neve pesantissima verso Forcella delle Buse Todesche. Smette di piovere e la visibilità migliora decisamente e anche l’umore sale: far fatica più del previsto non è un problema, importante è arrivare in fondo.
Gran parte del lungo traverso che il sentiero estivo taglia sotto il Cengello e Cima Lasteati, l’ho dovuto percorrere in cresta fino ai 2414 mt. della vetta che si affaccia sul lago di Forcella Magna (2165 mt.): pericolo assoluto tagliare quei fianchi con metri e tonnellate di neve pronti a rotolare a valle.
Per tener fede al sentiero estivo da Forcella Magna saggio la neve del lungo diagonale che si immette nel Vallone di Socede, discretamente portante ma sempre molto guardingo raggiungo circa quota 2000 mt.
Per l’ultima volta rimetto le pelli e nonostante una fragile crosta che sotto il mio peso si rompe, in 30’ sono a Passo Socede e in altri 30 min. lungo il Canalone dei Bassanesi e la cresta ovest sul “Zimon” (2847 mt. tetto del viaggio). Con gli sci sullo zaino, fino a quota 2700 , a tratti affondo al ginocchio, ma lo sguardo punta già a Malga Sorgazza.
Foto di vetta, tolgo le pelli, scendo verso “gli Orti”, risalgo la Forzeleta, do un’occhiata al Rifugio Brentari e mi tuffo affondando in quel mare di neve che permette traiettorie quasi verticali. A tratti volo sopra i blocchi di enormi valanghe che ormai inconsistenti si rompono sotto ai miei sci.
Dopo 20 minuti sono accolto dall’emozione di Carla e Maurizio. Un abbraccio una stretta di mano e una birra media da loro gentilmente offerta sono la migliore cornice alla “Prima dell’Alta Via del Granito in versione invernale”.
Fonte: www.mircomezzanotte.it
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