Vi proponiamo oggi, la II parte dell’ultimo racconto di Italo Zandonella Callegher: “Il misterioso Pamir“.
(Parte I)…Eravamo in sei ad avanzare nella bruma, grigia come il fumo di Londra. Giunti, almeno così credevamo, nei pressi dell’inizio della cresta rocciosa, ci fermammo perplessi. Dov’era ‘sta cresta? Da che parte stava? A destra? a sinistra? davanti? Bussola non avevamo e non sarebbe servita granché; la visibilità era zero e la direzione era nota, ma con o senza bussola la cresta non si vedeva. Pensai che i compagni si aspettassero da me una decisione seria; ero o non ero il capo spedizione? Sì, ma ero anche un povero peccatore senza doti taumaturgiche. Ci fermammo sfiduciati, seduti nella neve, stanchi e pensosi, senza riparo dalla bufera. Ognuno sperava che l’altro dicesse: “Andiamo di qua; la discesa è lì, ne sono sicuro”. Invece niente. Nessuno parlava. C’era ben poco da dire. In questi casi è meglio tacere perché qualsiasi cosa dici di insicuro o di ovvio ti fa rischiare una carezza di piccozza in testa (continua a leggere sul blog di Italo Zandonella Callegher).
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