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6 Novembre 2012

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MONTI SIMBRUINI E MONTI LUCRETILI Novembre nei Parchi laziali

Continua il nostro viaggio nei parchi laziali. I Monti Simbruini e dei Monti Lucretili, saranno nuovamente le nostre mete di novembre, a completamento di un percorso, iniziato nei mesi scorsi sotto la guida di Daniela Boccassino dell’Associazione Four Seasons, tra i magnifici paesaggi di questo territorio.

Il primo appuntamento con la natura e la storia di questi luoghi, è fissato per domenica 4 novembre, nel Parco Naturale dei Monti Simbruini
Dal paese nuovo, partenza alla scoperta del paese antico, arroccato su di uno sperone di roccia fino a formare con esso un magico tutt’uno. Durante il comodo percorso – che si sviluppa su sentieri larghi tra boschi misti, faggete e pascoli tipici del nostro Appennino e del Parco – si passerà anche per la graziosa chiesetta della Madonna della Grazie situata nel bosco, in vista di Camerata Vecchia. L’aggettivo “Vecchia” è stato dato nel momento in cui è stata costruita la Nuova Camerata.

Qui, studiosi di archeologia hanno rinvenuto resti significativi di tombe neolitiche, scavate nella roccia e chiuse con lastre di pietra; dentro i sepolcri vi hanno trovato, insieme alle spoglie del defunto, anche oggetti che gli appartenevano in vita, come asce, frecce e punte. Da manoscritti storici è stata stimata la nascita di Camerata Vecchia intorno al 900-960 d.c.

Lontano dalle strade di comunicazione, costruito e nascosto sulla sommità di un promontorio roccioso (1250 m slm) pressoché inespugnabile, il castello di Camerata era circondato da imponenti mura nelle quali si apriva un’unica porta. La vita nel paese continuò fino al 1859, anno in cui il paese venne distrutto da un violento incendio.

Le fonti storiche raccontano di un incendio scoppiato per caso il 9 gennaio 1859 e poi aiutato ad espandersi rapidamente dal forte vento presente quel giorno e dalla scarsità di acqua presente in paese. Naturalmente a questa versione se ne affianca un’altra di un incendio doloso, appiccato dai sicari dei Borboni contro il dominio del papato, ma su questa versione ci sono ancora ricerche in corso.
L’itinerario, che si snoda da Camerata Nuova alle rovine di Camerata Vecchia, presenta un dislivello di 400 m e una durata dell’escursione di 4/5 ore. Difficoltà: medio-facile.

Domenica 11 novembre, sarà la volta dell’escursione nel Parco Naturale dei Monti Lucretili
L’itinerario si snoda nel settore sabino del Parco Regionale dei Monti Lucretili, lungo la larga dorsale che separa i bacini dove si convogliano le acque del fiume Turano e del fosso Corese.

E’ un percorso di notevole bellezza per i paesaggi e l’interesse alla storia dei luoghi, insieme alla particolare solitudine di un’area non visitata solitamente dagli escursionisti. Da dove si lasciano le auto una carrareccia in breve permette di raggiungere la sella dove comincia la dorsale, su cui seguirà il percorso.

Dopo poco sulla cresta si può scorgere l’intero itinerario, dove si alternano prati e boschi con una densità vegetale che si avvicina al 90%. La morfologia tormentata dell’area dà origine a valli incassate con substrato calcareo. Prima dell’ascesa alla cima si arriva al Colle Morcante che è un balcone perfetto per ammirare il paesaggio rurale della Sabina compresa tra le dorsali parallele dei Lucretili settentrionali, dei Monti Sabini e dei Reatini con il massiccio del Terminillo.

Raggiunta la vetta in un paesaggio di piccole radure cinte da folti boschi, si incontrano sulla sommità i resti di uno dei tipici insediamenti d’altura realizzati alla fine del IV secolo a.c. dai Romani per controllare la regione montana allo scopo di opporsi alle incursioni degli Equi.

Tornati alle auto ci si sposterà con queste per raggiungere l’inizio della carrareccia che porta all’Abbazia. Ci si troverà così di fronte a una delle più belle abbazie abbandonate del Lazio, costruita intorno all’anno Mille (una leggenda vuole sia stata fondata da Carlo Magno) poi abbandonata per secoli e soggetta a vandalismi è ora una mèta di grande fascino in una zona tranquilla.
Questo percorso, presenta un dislivello di 400 m. La durata dell’escursione è di 6 ore e la sua difficoltà e medio-facile.

Entrambi questi itinerari si sviluppano su sentieri senza difficoltà particolari, che non richiedono esperienza, ma comunque un minimo di impegno.

Partecipare ad un’escursione, piuttosto che ad un trekking, vuol dire immergersi nella natura goderne e rispettala. Per affrontare questa esperienza nel modo migliore, è opportuno seguire poche indicazioni: scoprire il piacere di camminare con passo regolare, guardarsi intorno, porre attenzione alla natura che vi circonda e, soprattutto, munirsi di equipaggiamento adeguato, dall’abbigliamento alle calzature da trekking. Per l’escursionista, gli scarponi sono, infatti, la cosa più importante: una buona scarpa vi permetterà di sostenere articolazioni, ginocchia, caviglie e proteggere i talloni, oltre che farvi godere pienamente il vostro itinerario.

I suggerimenti di Daniela Boccassino.
Materiale necessario per queste escursioni: scarpe da trekking, zaino, almeno 1L di acqua, pranzo al sacco, mantellina anti pioggia o K-way, vestiario a strati con pile o equivalente come strato più pesante. Per le escursioni invernali si consigliano scarpe da trekking alte.

Un po’ di fatica è da mettere in conto ma senz’altro ne sarete ripagati dai meravigliosi panorami che solo la natura e, nel caso specifico – la montagna – sa offrire.

Info: Associazione Four Seasons

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