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12 Ottobre 2007

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Mountain Partner: La Sportiva DOPO KOPOLD: IL PURO STILE ALPINO di Pietro Dal Prà e Luca Mich

Dopo Kopold - Fonte: La SportivaProseguiamo il nostro viaggio nel mondo dei testimonial La Sportiva, andando a conoscere più da vicino Dodo Kopold, giovane rampante dedito ad un’alpinismo “vecchio stile”, quasi una mosca bianca per i tempi che corrono. Il nostro team manager Pietro Dal Prà, ha avuto modo di conoscere Dodo personalmente in occasione di una fiera di settore. Ecco le sue reazioni dopo essere entrato in contatto con lui ed il suo modo di interpretare la montagna.

Chi l’ha detto che non ci sono più giovani interessati all’alpinismo estremo di stampo classico?
Ho avuto la fortuna di conoscere Dodo Kopold, giovane fuoriclasse slovacco, all’ISPO di Monaco e dire che sono rimasto colpito dalla sua personalità, sarebbe eufemistico…
Neppure due anni fa avevo letto il racconto impressionante della sua salita sull’immensa parete sud della Gran Torre di Trango. La via che aveva tracciato insieme a Gabo Cmarik era impegnativa e lunghissima, anzi, con i suoi novanta tiri di corda, forse la più lunga al mondo. Fra le righe del racconto trasparivano i toni eroici di un alpinismo d’altri tempi
Shisha Pangma - Fonte: La SportivaQuello che più mi aveva impressionato era lo stile in cui i due alpinisti, per di più abbastanza giovani, avevano aperto la via. Dodo e compagno erano partiti con il minimo indispensabile del materiale da roccia e uno zaino a testa in cui portavano… poco meno del necessario per sopravvivere una settimana arrampicando alle alte quote: il più puro stile alpino! Ed il tutto su una via di tremila metri, fino al settimo grado e A2. Incredibile!
I due in parete finirono in breve tempo cibo e gas (e quindi acqua..) ma riuscirono comunque a proseguire fino alla cima, per poi scendere in condizioni disperate.
Leggendo quelle pagine mi rendevo conto che quei due ragazzi, pur rischiando parecchio, avevano veramente una marcia in più.

Shisha Pangma - Fonte: La SportivaÈ per questo che lo scorso febbraio è stato un piacere conoscere Dodo nel nostro stand alla fiera di Monaco. Ho scoperto in lui un ragazzo semplice e simpatico, ma dietro i cui modi discreti, al limite della timidezza, si nascondono forza e determinazione incrollabili, che l’hanno portato a firmare alcuni capolavori di stile e difficoltà su tante montagne della terra.
Arrampicatore e ghiacciatore fortissimo, è stato uno dei pochi giovani a trasferire sui terreni alpini più severi le sue grandi capacità tecniche.

Nanga Parbat K2 - Fonte: La sportivaAl tavolo dove erano esposte le scarpe da alta quota, mi ha illustrato il suo grande progetto di quest’anno. Anche questo un sogno che fa rabbrividire: Dodo intende salire tre ottomila; prima il Cho You, poi 2 vie nuove: lo Shisa Pangma ed il K2 per l’inviolata parete ovest. Ma quello che più sconcerta è lo stile di apertura che Dodo e compagni vogliono seguire: ancora una volta il più puro stile alpino. Su pareti rocciose di montagne di ottomila metri.

A dire la verità non sono un esperto di “Himalaysmo”, ma qui mi sembra si stia parlando di una nuova dimensione dell’alpinismo.

Mentre Dodo mi raccontava come se niente fosse del suo progetto, non gli nascondevo la mia apprensione, sapendo a quali pericoli sarebbe andato incontro. Ma dal modo in cui mi guardava e mi parlava mi sembrava di sentire tutt’altro che un giovane incosciente e senza paura. Mi sembrava che si rendesse conto perfettamente di ciò che stava per affrontare. Non ho potuto far altro quindi, se non fargli un grosso in bocca al lupo e strappargli la promessa di risentirci al ritorno dalle sue imprese.”