Pietro Dal Prà, collaboratore de La Sportiva, ci offre un’altra storia di vita personale tratta dalla galleria di grandi atleti fortissimi arrampicatori che l’azienda di Ziano di Fiemme incontra ogni giorno sulla sua strada…
Se ci fosse una rubrica sui siti di arrampicata dal titolo “Forti ma sconosciuti”, sicuramente Much Mayr sarebbe uno dei primi citati (per assurdo ovviamente…). Il divario fra il suo livello in scalata e la sua notorietà è infatti disarmante. Much è uno degli scalatori che vanno veramente forte. Ha trentadue anni e scala da venti. E chi lo conosce? Pochi, al di fuori dei confini austriaci. Ho avuto la fortuna di arrampicare con lui e sono restato impressionato, tanto dal suo talento tecnico, quanto dalla sua forza mentale e fisica. Ma più di tutto mi hanno colpito la sua gentilezza d’animo e la sua sensibilità.
Guida alpina a tempo perso, il suo vero lavoro è nel sociale. Per vivere aiuta persone disadattate, con problemi di ogni genere, ex tossicodipendenti, ragazzi con difficoltà motorie o diversamente abili. Probabile che da questa sua esperienza di vita derivino la sua capacità di ascoltare, la sua discrezione ed umiltà, la capacità di saper dare un’ importanza equilibrata al suo essere arrampicatore fortissimo.
Possibile anche che la sua forza e il suo stile di arrampicata derivino sempre da questo suo stile di vita? Ognuno può darsi una sua personale risposta. Il suo curriculum di arrampicatore comunque, parla da solo.
In arrampicata sportiva ha scalato fino all’8 A+ a vista, all’8 C/C+ lavorato. Ma le esperienze verticali che ricorda con maggiore piacere e che destano più interesse sono quelle che ha fatto sulle grandi pareti. Fra le più significative: la salita di El Nino, al Capitan. Trenta tiri fino all’8 a +, quattro giorni in parete. Much la ricorda con piacere perché fu la sua prima volta a Yosemite ed il suo primo big wall senza esperienza di fessure, friends e nut, e solo quindici giorni a disposizione in valle. Nel raccontarmi di persona l’avventura, mi parla anche di un bivacco senza attrezzatura e nella bufera quasi in cima alla Torre Egger in Patagonia, di un tentativo di salire in libera, delle sensazioni forti salendo a vista e slegato la Cassin alla Cima Ovest di Lavaredo.
Ma che livello fisico e mentale deve esserci dietro a queste salite?
Lo scorso settembre ha realizzato la terza e più veloce salita in libera di Des Kaisers New Klaiders, la durissima via di Stefan Glovacz, nel gruppo del Wilder Kaiser. Solo pochi giorni per venire a capo di questi 300 metri fino all’8b +. Lui dice che si è trattato di un’impresa meravigliosa perché proprio non se l’aspettava… noi non sappiamo se credergli o meno…