Il sondaggio sull’uso dei fuoristrada sui sentieri di montagna ha visto una forte partecipazione (173 voti nel momento in cui pubblichiamo questo articolo), ma soprattutto – per "trasposizione" dell’argomento principale – ha dato il via ad un acceso dibattito sulla pratica del mountain bike in montagna e in particolare lungo i sentieri.
Il tema è sicuramente molto sentito, molti soci sono appassionati di MTB e molte sezioni se ne occupano, ma non solo: il CAI "ha recentemente istituzionalizzato l’attività di MTB nella forma del cicloescursionismo".
Mountain Blog ritornerà in seguito con contrIbuti specifici sul MTB: con questo post inauguriamo la categoria tematica Mountain Bike! Nel frattempo, per meglio precisare la posizione del CAI in merito, riceviamo e pubblichiamo di seguito un intervento di Pier Giorgio Oliveti, direttore de "La Rivista del Cai".
"Il Club Alpino Italiano – nato, lo ricordiamo, ottantanni prima della Repubblica Italiana – ha fin dalla sua nascita l’obiettivo di promuovere la frequentazione della montagna in ogni sua forma o manifestazione. Certo, in relazione al dibattito lanciato su Mountain Blog sui mezzi motorizzati fuoristrada, questo non può e non deve significare promuovere modalità che rischino di alienare in modo permanente il patrimonio comune – la montagna – applicando l’una o l’altra modalità di fruizione. Se come sappiamo tutti, il Cai promuove attraverso i suoi Soci la conoscenza e il rispetto dell’ambiente montano, proprio per questo deve vigilare su ogni nuova tendenza o moda potenzialmente distruttiva, senza ideologismi o preconcetti.
In questo spirito è stato redatto il documento (sottoposto al libero dibattito nel nostro blog) che sottolinea l’allarme per l’uso indiscriminato dei sentieri e della viabilità minore con i fuoristrada. Rispetto alla MTB – alla quale dedicheremo prossimamente sempre più spazio e dibattiti ad hoc – informiamo gli eventuali "disinformati" che il Cai ha recentemente istituzionalizzato l’attività di MTB nella forma del cicloescursionismo con l’inserimento di componenti tecnici nella Commissione centrale per l’escursionismo (organo tecnico settoriale del Cai, ndr), secondo lo spirito etico-culturale dell’associazione. A partire poi dall’ambito Ligure-piemontese-valdostano si stanno attivando appositi organi tecnici regionali od interregionali, per coordinare l’attività cicloescursionistica che peraltro da molti anni viene già svolta all’interno delle singole Sezioni nel rispetto di codici di autoregolamentazione nazionali ed internazionali (Norba, ecc).
Il Cai con questo ribadisce la propria posizione, peraltro già nota ai Soci, di trasposizione delle modalità e prassi escursionistiche (culturali e tecniche) al cicloescursionismo. A questo proposito, come è già stato ricordato, nella primavera scorsa è uscito su La Rivista grazie alla collaborazione dei Soci Lavezzo, Bergese e Franzoni, un ampio e approfondito dossier sull’uso della bicicletta in montagna. Una nuova e più aggiornata legislazione quadro sulla sentieristica, potrà affrontare anche il tema dell’uso plurimo dei sentieri, da verificare caso per caso (ricordiamo che esiste tra gli altri anche il turismo equestre).
Per ora la raccomandazione che viene dal Cai è quella di preferire per il cicloescursionismo la sconfinata rete di mulattiere, carrarecce, sentieri larghi d’arroccameno, strade forestali, sterrate o d’esbosco, che caratterizzano la gran parte delle montagne alpine, appenniniche e delle isole, poco conosciuta, poco frequentata e ancora poco valorizzata. Ricordando che torneremo periodicamente sull’argomento, aspettiamo sempre i vostri contributi."
Pier Giorgio Oliveti
Direttore de La Rivista del Cai