Andare in montagna allunga la vita e, in ogni modo, è un piacere che aggiunge vita agli anni. In un clima di doveroso ottimismo, il primo convegno nazionale dei soci seniores del Club Alpino Italiano è stato ospitato sabato 23 ottobre al Palamonti di Bergamo con una folta partecipazione: quasi duecento soci anziani sono arrivati da ogni parte d’Italia, accolti dal presidente generale del CAI Umberto Martini, dal presidente della Sezione di Bergamo Paolo Valoti e dallo stato maggiore della Commissione centrale per l’escursionismo con il presidente Luigi Cavallaro. Quest’ultimo da qualche tempo dedica risorse e attenzioni a questa fascia crescente di appassionati di montagna, con una prospettiva a breve termine: inserire nelle sezioni del Club alpino la figura dell’accompagnatore “senior” di escursionismo (ASS), più consapevole ed efficiente degli attuali “coordinatori logistici”, i tradizionali capogita indubbiamente animati da entusiasmo e spirito di volontariato ma ai quali non si può richiedere di assumersi responsabilità in casi di emergenza sempre possibili.
Il simposio ha messo a fuoco anche un’altra importante attività che si riverbera positivamente su un’Italia destinata sempre più a invecchiare, con un cittadino su 5 che ha più di 65 anni e il 38%, secondo l’Istat, ha una patologia cronica. Accolta con grande interesse, l’iniziativa “Montagna Amica della Salute” (MAS) rientra nel progetto Interreg italo-svizzero VETTA. Realizzato dall’Università dell’Insubria di Varese, prevede, come ha spiegato il medico Carlo Plaino, una raccolta di dati sul profilo degli escursionisti seniores e una verifica degli effetti della montagnaterapia su soggetti con particolari patologie.
Di notevole rilievo la sperimentazione su soggetti anziani privi di patologie invitati per la prima volta a fare escursionismo rispetto ad analoghi soggetti che però non frequentano la montagna. All’esperienza è interessato un gruppo di lavoro con Rinaldo Marcandalli, presidente del Gruppo seniores della Lombardia, e Renata Viviani presidente del Gruppo regionale lombardo che ha partecipato al simposio testimoniando sulla realtà attiva e trainante dei soci seniores del CAI, espressione di un escursionismo tutto speciale, “fatto di persone accomunate più che dall’anzianità di frequentazione della montagna, da capacità specifiche, spiccatamente orientate alla condivisione, alla socializzazione, e al volontariato”.
“In questo settore”, ha spiegato Carlo Bonisoli, vicepresidente della Commissione escursionismo che ha coordinato i lavori, “non va dimenticata la concorrenza. Proprio il segmento seniores del CAI si trova a presidiare lo spazio della mobilità dolce, nicchia di mercato in forte espansione. E’ legittimo attendersi che una formazione più professionale degli operatori sezionali e un governo dei loro albi e del loro profilo conferisca all’offerta complessiva CAI ulteriore maggior valore rispetto alla concorrenza”.
“Nell’ambito del turismo destagionalizzato da tutti auspicato, la presenza degli escursionisti ‘senior’ rappresenta anche un vantaggio in termini economici: le escursioni avvengono infatti nel corso della settimana e in stagioni morte con tariffe di sicura convenienza”, osserva Nino Vaccarella, presidente dei soci siciliani del CAI.
Nella costellazione delle sezioni che ai soci anziani riservano particolari attenzioni, notevole è il caleidoscopio d’iniziative, come hanno testimoniato a Bergamo il piemontese Beppe Rulfo di Fossano dove i gruppi anziani più problematici fruiscono di escursioni “facili” contrassegnate da una piccola chiocciola, e il medico di Bassano Giampaolo Berlato, leader degli anziani nel Veneto, che ha spiegato come i suoi coetanei delle sezioni vicentine abbiano stipulato una convenzione con l’Istituto di medicina sportiva di Padova che li ha “dotati” di una scheda sanitaria personale da conservare all’interno della tessera del CAI.
Ribadendo un concetto espresso in apertura dal presidente generale Martini, il vicepresidente del gruppo regionale veneto Romussi ha sottolineato l’importante ruolo rivestito, specie nelle piccole sezioni, dai soci anziani specie di questi tempi in cui si nota un minore impegno da parte degli iscritti giovani. Ai quali va addebitata anche una certa crisi di vocazione nei confronti dell’escursionismo, secondo il presidente lombardo della specifica commissione Vincenzo Palumbo.
“I gruppi seniores crescono e si diffondono a livello nazionale”, ha detto Cavallaro, “questo è quanto è emerso dal primo censimento nazionale promosso dalla CCE, e non è una sorpresa; la sorpresa è semmai nell’interesse e nella volontà di dialogo e di partecipazione dei gruppi sezionali”. “La mia speranza”, ha concluso Dino Marcandalli, leader e guru del “movimento” che ha saputo, come ha riconiosciuto vicepresidente generale Vincenzo Torti, raccogliere e tenere saldamente un testimone importante, “è che del problema si facciano carico il gruppi regionali inserendo un nostro rappresentante nelle loro strutture direttive. E che sempre più gli amici escursionisti interessati accettino di affrontare i corsi previsti per qualificarsi in un settore in cui sapere accompagnare è tutto”.
Fonte: Roberto Serafin, redazione Lo Scarpone
Tags: CAI, convegno, Escursionismo, experience, Umberto Martini