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6 Settembre 2010

Climbing · action · Appennino · arrampicata · Nuove aperture · Rocca du Fò · Via Andrea e Paolo · Climbing · Vertical

NUOVE APERTURE: Una via a due passi dal mare

Chi abita in Appennino, spesso, valuta la stagione alpinistica esattamente all’opposto di chi invece vive in Alpi.

La roccia d’estate è accogliente in alta montagna, ma è sovente un caldissimo “forno” pieno di vipere in tutt’altri siti di scalata. Al contrario, nel rigido inverno, i rocciatori alpini che non vogliano condizioni da Ben Nevis sono obbligati a cambiare disciplina od a chiudersi in sale di plastica.

Fortunatamente, ai giorni nostri, esistono macchine ed autostrade, e, portafoglio permettendo, è possibile vivere la roccia tutto l’anno, migrando di scalata in scalata. Proprio per questo oggi ci occupiamo di una via su serpentinite che consigliamo in autunno e primavera.

Si tratta della Nuova via Andrea e Paolo alla Rocca du Fò, nell’Appennino ligure alle spalle della litoranea Voltri. È una salita D+, di 225 m, con tiri massimi di V e chiodatura molto ravvicinata a fix inox da 10.

È un’ascensione che racchiude un po’ tutti gli stili: placche appoggiate e verticali, piccoli strapiombi, lame, spigoli, diedri, ristabilimenti… Ce n’è per tutti i gusti, miscelando i pregi di un itinerario classico a quelli dell’ottica moderna.

Si tratta della via con il maggiore sviluppo nell’ambito del Genovesato, chiodata in maniera plaisir, con un voluto grado obbligatorio intorno al IV grado piuttosto abbordabile alla media degli arrampicatori ed alpinisti.

La scalata parte in un bosco selvaggio, nei primi tiri discontinui, e poi attacca un pilastro tutt’altro che banale. Di tiro in tiro la linea diventa sempre più aerea ed i movimenti della via si fanno sempre più eleganti e mai scontati.

Dopo aver conquistato l’avancorpo, mediante pochi metri di raccordo a piedi, si raggiunge l’attacco dell’ultimo torrione che conduce direttamente in vetta. Lo spettacolo è affascinante sulla guglia, al cospetto di torrioni di roccia da un lato e dell’incanto del mare blu dall’altro, quasi celato dal crinale est, eppur presente.

L’itinerario originale fu aperto in cinque lunghezze da Riccardo Rudino per onorare il ricordo di due compagni di scalata deceduti per cause differenti, ma egualmente tragiche. Nell’inverno 2009 abbiamo riqualificato e raddoppiato la via, raddrizzandola, su richiesta dell’alpinista ligure.

Per via delle sue caratteristiche e della sua storia, l’itinerario è stato ripetuto lungamente in questi mesi.

Se siete amanti del IV grado e volete una via montagnarda, con poco avvicinamento, in un posto selvaggio, ma con chiodatura serena ed evitando l’esposizione “verdoniana”… questo è l’itinerario che fa per voi.

Andate a scalare alla Rocca, evitando le giornate più fredde, tra ottobre e novembre od in primavera, quando non ha piovuto, e godetevi una bella ascensione al contempo moderna e d’antan.

Christian Roccati

Blog MB: www.mountainblog.it/christianroccati
Sito personale: www.christian-roccati.com

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