PARCHI CAPACI DI FUTURO. CHIUSURA DEI LAVORI E PROSPETTIVE
Chiude con alcune chiare e decise riflessioni Il convegno “Parchi capaci di futuro” svoltosi lo scorso 20 e 21 giugno a Fontecchio. “L’origine di molte delle difficoltà con cui i Parchi oggi devono convivere va cercata nella fondamentale inadeguatezza della classe politica”, dice Carlo Alberto Pinelli Presidente di Mountain Wilderness Italia, nonché nella mancata comprensione della mission stessa dei Parchi da parte di politici e società civile e nelle scarse, quando non del tutto assenti, qualifiche dei loro dirigenti.
Tavole rotonde, discussioni e interventi si sono alternate alla due giorni di Fontecchio fra docenti e ricercatori universitari, personale tecnico degli enti Parco, rappresentanti delle principali associazioni ambientaliste oltre ai vari portatori di interesse. Due giorni intensi per una diagnosi dello stato di salute delle aree protette in Italia e delle azioni necessarie a inserirle in un piano di sviluppo reale e dinamico, in cui la realtà parco si integri sempre più nel tessuto sociale venendo riconosciuta come necessità prioritaria per il benessere comune.
Mancanza di fondi, cattiva e inadeguata gestione, necessità di lavoro pianificato e di qualità, risanamento delle drammatiche lacune amministrative (20 parchi su 23 esistenti nel paese mancano di consiglio direttivo), sono le principali urgenze individuate e tradotte in un elenco di obiettivi proposti come prioritari. Assicurare nella prossima legge di stabilità le risorse economiche e professionali da destinare ai Parchi, convocare la terza Conferenza sulle aree protette, vincolare i finanziamenti ad azioni di conservazione, adottare una Carta delle aree naturali protette che rilanci la missione dei Parchi nel nostro paese, sono alcuni dei bisogni primari nel prossimo futuro ma viene inoltre marcatamente sottolineata anche la necessità di riavviare un confronto approfondito e partecipato sulla proposta di riforma della legge quadro sulle aree protette attualmente in discussione al Senato. Impegno delle associazioni promotrici inoltre quello di produrre la Charta di Fontecchio, una sintesi degli interventi e delle tematiche affrontate nei due giorni di lavoro.
Oggi più che mai, sostengono le associazioni ambientaliste promotrici del Convegno, si fa sentire l’assoluta necessità di coordinamento e supporto mediatico per la mobilitazione di opinione pubblica e società che vanno attivate e sensibilizzate su un nodo cruciale: i Parchi sono beni irrinunciabili, un diritto comune che nel suo intento di proteggere e conservare come riflesso produce un incremento della qualità dei luoghi in cui vivono le popolazioni. Qualità riconosciuta come condizione essenziale per il benessere fisico, psicologico e intellettuale fondamento indispensabile anche per lo sviluppo economico.
La difficoltà a tener fisso l’obiettivo sul ruolo fondamentale di conservazione e tutela, che non ha come finalità prima l’ingresso nel mercato e la traduzione del bene in denaro, determina un fraintendimento strumentale delle funzioni essenziali dei Parchi. Proprio a livello di comunicazione e sensibilizzazione del largo pubblico è necessario stressare sul concetto di “valore in se” che Parchi e aree protette hanno, concetto non più del tutto familiare in una società in cui il termine valore ha senso solo in una logica di mercato. “Il paesaggio non è soltanto qualcosa da costruire o tutelare, ma […] qualcosa da riconoscere, percepire, ascoltare e descrivere (G. Andreotti)”.
“Quello dei parchi dev’essere un ruolo sempre più centrale tanto per la conservazione della natura e dei suoi ecosistemi quanto per il rilancio di un progetto Italia” sottolineano gli organizzatori del Congresso, un progetto che dev’essere adottato e condiviso in primo luogo dalla classe politica.
Info: www.mountainwilderness.it
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