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20 Maggio 2019

SKYDIVING: Max Caramél intervistato da Christian Roccati

Cari amici oggi parliamo di un altra persona speciale, qualcuno di cui non avete ancora sentito su larga scala, ma che conoscerete molto bene nei prossimi anni. Oggi intervisto Massimo Caramèl, giovane classe ’99 nato a Monfalcone, diplomato al liceo Scientifico e istruttore skydiving in tunnel indoor, nello specifico all’Aerogravity di Milano.

Ho conosciuto Massimo volando nel tubo in Lombardia e ci siamo incontrati nuovamente facendo skydiving all’aeroporto di Casale, in Piemonte. Spesso in queste interviste racconto di personaggi che hanno fatto cose grandi, ma che sono rimasti i ragazzi umili della “porta accanto”.

Forse in questo caso sono riuscito a conoscere uno dei super personaggi del futuro, prima ancora che lo diventi. Parafrasando una frase di Cecchetto usata per Cherubini: “questo ragazzo è un grande, gli altri non lo sanno ancora ma un giorno si”.

Da quanto voli e come ti è venuta questa idea?
Volo da 4 anni, ho sempre avuto fin da piccolo il desiderio di staccare i piedi da terra infatti in principio l’idea era iniziare un percorso di studi che mi avrebbe portato a prendere i brevetti di pilota di aereo, poi spinto dalla curiosità ho preso un’altra strada cominciando a saltare dagli aerei.

Come hai incominciato a volare?
Ho fatto il mio primo salto dall’aereo in tandem nel dicembre 2015, da quel momento ho subito voluto fare il corso di paracadutismo quindi l’estate successiva (appena compiuti i 16 anni) ho iniziato a saltare.

Cosa significa fare il movie maker del cielo?
Essere “un’operatore video del cielo” mi permette di far vedere alle persone che non saltano ciò che vediamo e proviamo quando voliamo. È una bella sfida cercare di riprendere al meglio le persone in caduta libera.

Hai fatto esperienze all’estero indoor?
Si, ho volato in altri tunnel in Europa (a Praga dove ho iniziato) e negli Stati Uniti (California), ma non ho mai fatto competizioni all’estero (per il momento)

Hai fatto esperienze all’estero outdoor?
Si, anche nel paracadutismo ho avuto l’occasione di saltare in alcune location all’estero, ma come per l’ indoor skydiving non ho ancora fatto nessuna competizione.

Cosa significa far parte di Aero Gravity?
Lavorare come istruttore di volo ad Aero Gravity per me significa far parte di un progetto molto ambizioso e di prestigio, spesso penso che esser stato selezionato tra oltre duemila persone candidate è stata un opportunità che non sempre capita ad un ragazzo di 17 anni. Oggi dopo due anni ho regalato emozioni ad oltre 20.000 persone facendole volare, questa è la più grande soddisfazione.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
In un futuro vicino prevedo di iniziare a competere negli sport che più mi appassionano, skydiving indoor e outdoor. Ho diversi progetti per un futuro più lontano ma sono ancora tutti da definire

Come ti immagini fra 10 anni?
Mi immagino senza rimpianti perché in questi 10 anni non mi accontenterò di nulla.

Perché il cielo? È uno sport? È esplorazione? Ci sono elementi spirituali?
Bella domanda… sicuramente è uno sport ma per me significa molto di più, tutte le persone che condividono con me questa passione per il volo le considero come dei fratelli e sorelle, siamo una grande famiglia. Credo che nel cielo non ci sia molto da esplorare se non se se stessi. Personalmente non ci vedo alcun elemento spirituale comunque posso dire di essere cresciuto veramente tanto come persona grazie a questo sport.

Promettici qualcosa di straordinario!
Promesso! 😉

Christian Roccati
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