Cari compagni d’avventura,
sono ancora in Portogallo e, per ora, non posso reimpatriare, sono stati cancellati tutti i voli per l’Italia.
Vi scrivo da un quartiere popolare lontano dalla downtown di Lisbona; il suono dei tasti si mischia al ticchettio dei piccioni che passeggiano sulla grondaia. Il clima è abbastanza surreale, grandi contrasti, molti di essi di difficile comprensione.

Stavo lavorando all’estero quando sono iniziate le restrizioni; ho seguito le vicende e portato a termine il compito; mi sono occupato dei clienti-amici, al massimo delle mie capacità nonostante tutto, con tutta l’anima e in sicurezza.
Qui l’escalation è arrivata qualche giorno dopo e ancora adesso si è indietro rispetto all’Italia.

La situazione cambia di ora in ora.

Fra una decina di giorni dovrei poter tornare.
La quasi totalità del gruppo è riuscita a partire la scorsa notte ed è giunta a casa in serata.

La settimana scorsa ho sospeso e posticipato conferenze, future attività outdoor, viaggi e corsi a data da destinarsi; le fisseremo per i prossimi mesi e si svolgeranno in relazione alle norme e direttive governative.

Svariate persone mi scrivono per dire che, appena finito tutto, verranno a camminare e a scalare: vivranno l’avventura.

E’ bellissimo… perché mentre i nostri eroi (medici, infermieri, forze dell’ordine e volontari), sono al fronte ogni giorno, la maggior parte delle persone osserva le norme per affrontare la situazione, e molti di loro sognano la libertà.

Nemmeno ora smettono di sognare.

Parlano di montagne e di mare, di voglia di fare e creare…
L’aria senza macchine in movimento sarà ancora più pulita e forse anche noi saremo  più consapevoli, più uniti.

Al ritorno proverò a donare il sangue: c’è necessità. Nei prossimi giorni cercherò di raccontare qualche ricordo su queste pagine: vi strappasse un sorriso intenso, ne sarei davvero felice!

Per ora vi saluto con un semplice numero. 2335.
Oggi, 15 marzo, sono guarite 2335 persone in Italia.

Christian Roccati
Follow me on FACEBOOK – Instagram