Al centro, da sinistra, Kammerlander e Keck. Foto: THT

Hans Kammerlander (60 anni), che ha perso due dei suoi amici mentre scendeva dal Manaslu nel 1991, torna all’ottava montagna più alta del mondo per raccontare in un film-documentario la sua vita, le sue imprese e le sue tragedie… ma non solo

Hans Kammerlander, 60 anni, torna nel luogo in cui ha vissuto il momento più difficile della sua carriera alpinistica. Nel 1991, a 8.163 metri di altezza sul Manaslu, ha perso i suoi compagni di cordata e amici  Karl Großrubatscher e Friedl Mutschlechner a causa di un improvviso deterioramento del tempo. Oggi, con l’alpinista e fotografo austriaco Stephan Keck ha trovato un partner di cordata, con cui raccontare la storia di questa tragedia proprio dove è accaduta.

Con loro anche Gunther Goberl. Il team rimarrà nella regione del Manaslu per un paio di settimane, periodo in cui saranno effettuate le riprese dell’attività alpinistica.

Keck, parteciperà a questa avventura in Nepal con Kammerlander, assumendo il  secondo ruolo principale nel documentario cinematografico.

Stephan Keck è anche team leader del progetto, ha dichiarato che il docu-film “Manaslu – Montagna dello Spirito” cercherà di riflettere l’immagine di un uomo che ha dedicato la sua vita alle montagne, che  ha subito grandi perdite, ha vissuto tragedie e grandi trionfi.

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Kammerlander e di Stephan hanno anche un altro obiettivo: quello di salire la vetta del Manaslu (8.163 metri) e scendere, eventualmente,  da una nuova via con gli sci.

Gli alpinisti rimarranno per quasi un mese al Manaslu per acclimatarsi e tentare la salita. Oltre al Campo Base, sono previsti tre Campi superiori tra 5.600 e 7.500 metri; il periodo dal 13 al 23 novembre è quello previsto per il tentativo alla vetta.

Dopo 26 anni, la sfida per Kammerlander non sarà solo la salita del Manaslu; questa volta,  l’alpinista affronterà anche il ricordo della tragedia del 1991, che non ha ancora superato.