Il Corpo di sorveglianza festeggia nel 2017 il 70ennale dall’istituzione
Il Corpo di Sorveglianza del Parco Nazionale Gran Paradiso festeggia 70 anni dall’istituzione, con il decreto legislativo del 5 agosto 1947 veniva infatti istituito, insieme all’Ente di gestione del Parco, il braccio operativo dell’Ente sul territorio, composto dai guardaparco, a cui è affidata la protezione e la salvaguardia dell’area protetta.
E proprio il Corpo di Sorveglianza, creato nel 1947, è in qualche modo la prosecuzione ‘naturale’ delle Guardie Reali, figure istituite con la nascita della Riserva Reale di caccia del 1856; non è un caso che il Gran Paradiso sia, insieme a quello d’Abruzzo, l’unico parco nazionale in Italia ad avere un proprio corpo di sorveglianza: sin dagli albori dell’area protetta infatti, c’è sempre stata la necessità di tutelare il patrimonio naturalistico, vera grande ricchezza di quest’angolo di arco alpino.
In questi 70 anni, il lavoro attento e costante dei guardaparco ha evitato l’estinzione dello stambecco, animale simbolo del Parco, ha permesso la salvaguardia della straordinaria biodiversità che abita le valli del Gran Paradiso, ha contrastato il fenomeno del bracconaggio attraverso un controllo attento e costante e ha offerto un servizio puntuale alle comunità locali e ai turisti.
51 uomini e donne sorvegliano il Parco
Oggi i guardaparco sono 51 fra uomini e donne (anche se secondo i parametri previsti dal Ministero dell’Ambiente dovrebbero essere 70, uno per ogni 1.000 ettari di territorio protetto) e il loro servizio si svolge “dall’alba al tramonto”, secondo il ritmo della natura che preservano. Di centrale importanza il monitoraggio degli habitat e della biodiversità, che consente una conoscenza approfondita del territorio e che è la vera forza su cui si basa tutta l’attività di conservazione e gestione del Parco. Nella loro attività quotidiana, i guardaparco sono spesso accompagnati dai loro cani, compagni fedeli e utilissimi in molte occasioni, come il reperimento di animali feriti e l’individuazione e il soccorso di vittime delle valanghe. Importante il ruolo a supporto della ricerca scientifica svolto dall’Ente Parco con la partecipazione diretta alle attività insieme a biologi e ricercatori.
I guardaparco sono anche ambasciatori del Parco: svolgono infatti attività di educazione ambientale, spesso rivolta alle scuole, utili a sensibilizzare le nuove generazioni al rispetto e all’educazione nei confronti della natura.
Oltre a queste attività, nel corso degli anni si sono anche specializzati nelle rilevazioni in quota: i rilievi nivo-metereologici, i controlli delle fronti glaciali e le verifiche delle attività valanghive richiedono, oltre a specifiche conoscenze tecniche, capacità di spostamento anche in condizioni meteo proibitive.
Ma non importano le condizioni metereologiche, perché i guardaparco non si fermano mai: dal loro lavoro e dalla loro presenza continua e discreta dipende infatti la sicurezza del Parco, un’area dove gli equilibri naturali sono fragili e necessitano di protezione e monitoraggio costanti.