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28 Febbraio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Centrali · Aree Montane · Italia · Lombardia

Addio a Giorgio Redaelli, il Re del Civetta

Giorgio Redaelli. Fonte lecconotizie.com

Firmò la prima salita invernale della via Solleder al Civetta con Toni Hiebeler e Ignazio Piussi, oltre a tantissime altre grandi ascensioni

Questa notte, all’età di 87 anni, è scomparso  Giorgio Redaelli, testimone e protagonista di tante delle più belle imprese dell’alpinismo italiano negli anni ’50 e ’60. Lo ha annunciato poche ore fa il gruppo Ragni di Lecco, di cui era socio onorario.

“Giorgio ha fatto parte della cordata che, nel 1956, ha compiuto la prima ripetizione della via di Bonatti al Petit Dru, portando alla ribalta internazionale la generazione degli alpinisti lecchesi del Dopoguerra, ed è stato un grandissimo interprete della stagione dell’alpinismo invernale”, scrive lo storico gruppo alpinistico lecchese.

Ritratto

Giorgio Redaelli, nacque a Mandello del Lario, il 30 luglio 1935.

Accademico del C.A.I. Club Alpino Italiano, guida alpina, membro onorario del gruppo Ragni di Lecco, membro dell’Ecole Militaire de Haute Montagne di Chamonix, Istruttore Nazionale di Alpinismo, maestro di sci, fu anche allenatore ed istruttore federale di tennis, tecnico di club fitting nel settore del golf, dove è stato manager di uno dei più grandi giocatori di golf del mondo, sindaco di Cassina Valsassina.

La sua attività alpinistica si è svolta in modo significativo su tutto l’arco alpino. È stato soprannominato “Re del Civetta” per le sue innumerevoli imprese sul Gruppo del Civetta il “regno del sesto grado”.

Di seguito, le immagini del film dedicato a uno dei capolavori di Redaelli: la prima salita invernale della via Solleder al Civetta, portata a termine nel 1963 con con Toni Hiebeler e Ignazio Piussi:

Redaelli comincia ad arrampicare nei primi anni ’50 e, come quasi tutti gli alpinisti lecchesi di quel periodo, lo fa sulle guglie della Grignetta. Successivamente passa sulle Dolomiti nei fine settimana e nei pochi periodi di vacanza che il lavoro gli consente. Sulle Dolomiti di Brenta nel 1954 compie le prime scalate impegnative.

Nel 1955 spinto dal segretario ed amico Carletto Cesana si reca per la prima volta al Civetta dove ripete la via Tissi alla Torre Venezia e la via Livanos-Da Roit alla Cima di Terranova in prima ripetizione.

Ascensione integrale al Petit Dru (Gruppo del Monte Bianco)

Il 1956 lo vede impegnato nella prima ascensione invernale della via Cassin al Sasso Cavallo. Nell’estate del 1956 porta a termine la prima ascensione integrale dello Sperone Ovest del Petit Dru (nel Gruppo del Monte Bianco). Per integrale intendiamo una ascensione con partenza dalla base del Petit Dru salendo dal canalone molto difficile e pericoloso di 700 metri, seguita dallo sperone sino alla base del grande tetto a salire sino alla vetta. Walter Bonatti ha evitato il canalone calandosi dalle Flammes de Pierre, portadosi all’attacco dello sperone e risalendolo sino alla base del grande strapiombo che però ha evitato con una serie di pendoli sulla destra che l’hanno portato sulla via normale per la vetta. Coloro che hanno compiuto questa ascensione integrale dalla base del Dru sono gli Italiani (Giorgio Redaelli, Cesare Giudici, Carlo Mauri e Dino Piazza) ai quali si sono aggiunti dall’attacco dello sperone i francesi Adrian Billet, Emile Troksiar, Yvon Kollop, Roger Salson e gli svizzeri Robert Wohlschag, Roger Habersaat, questi sei provenienti come Bonatti calandosi dalla Flammes de Pierre. Le cordate con gli italiani al comando superano lo sperone ed il grande strapiombo sino alla vetta. Con questa variante e la precedente sul canalone il tracciato si presenta più logico diretto e completo.

Nel 1957/58 svolge il servizio militare presso la S.M.A. Scuola Militare Alpina di Aosta come istruttore alla sezione sci-alpinistica dove partecipa alla realizzazione di due documentari didattici sulle tecniche di arrampicata ed asseconda la sua grande passione per l’arrampicata con due prime ripetizioni della via Rebuffat all’Aiguille della Brenva e della via Ottoz-Nava all’Aiguille Croux. Conosce Cesare Maestri ed assieme scalano lo Sperone della Brenva, dopo essere stati respinti entrambi nei tentativi in solitaria alle salite della via Mayor (Redaelli) e via Poir (Maestri) causa scariche di sassi dovute allo scioglimento di ghiaccio e neve per alta temperatura.

Aiguille du Midì: Redaelli ascensione solitaria sulla via Rebuffat – 1958

Dopo il congedo, senza tornare a casa, incontra Carlo Cesana che lo convince ad andare all’Anguille du Midì dove sale in solitaria la via Rebuffat. In questi ultimi due anni Redaelli ha modo di incontrare e confrontarsi con l’élite dell’alpinismo Cassin, Maestri, Bonatti, Oggioni, Mauri.

Redaelli, Bonatti, Oggioni, Zucchi e Aurora sulla Grignetta negli anni 60. Foto arch. Giorgio Redaelli. Fonte Wikipedia

Il Pilone Centrale Freney, la storia secondo Redaelli

Durante il servizio militare Redaelli è di casa a Courmayeur, stringe amicizia con le guide alpine e persone del posto. È considerato uno di loro. Nella primavera del 1959 con la guida alpina Marcello Bareux effettua un primo tentativo di scalata al Pilone Centrale Freney, cima ancora inviolata e ritenuta impossibile da scalare da molti alpinisti dell’epoca. Al ritorno incontrano al rifugio Gamba (oggi rifugio Monzino) Riccardo Cassin, Carlo Mauri e Dino Piazza che chiedono ai due cosa ci fanno da quelle parti in periodo di bassa stagione in una zona poco frequentata, meravigliandosi molto del tentativo al Pilone Centrale. Ne nasce una animata discussione tra Mauri e Bareux su precedenti accordi tra Bareux, Mauri, Bonatti ed Oggioni. Bareux nega fermamente questi accordi, sostenendo siano solo dei pourparler. Si separano e scendono a Courmayeur dove incontrano Walter Grivel e Ruggero Pellin che riferiscono di un Bonatti molto risentito per il tentativo al Pilone Centrale. Ne segue immediato chiarimento di Redaelli a casa Bonatti dove, in presenza di Andrea Oggioni, ci si accorda per un prossimo tentativo al Pilone Centrale da effettuarsi, considerata la difficoltà della scalata, in condizioni di tempo ottimali. Mauri e Bareux rinunciamo, così la cordata sarà composta da Bonatti, Oggioni e Redaelli. Visti gli impegni lavorativi di Redaelli, Bonatti si impegna a chiamarlo qualora le condizioni meteo si prospettassero ottimali per la difficile scalata. Questo accordo a tre non si concretizzò mai, in quanto nel luglio 1961 Bonatti incontra Pierre Mazeaud al bivacco della Fourche ed i due decidono di scalare il Pilone Centrale e se ne guarda bene dall’avvisare Redaelli, che lo viene a sapere da Pellin e Grivel. Redaelli parte immediatamente da Mandello del Lario con un Galletto Guzzi e in serata va a bivaccare al Colle dell’Innominata. Ma, qui arrivato, inizia una furiosa tormenta che lo costringe a tornare sui propri passi e scendere al rifugio Gamba. Il giorno seguente è una giornata bellissima, ma, viste le montagne cariche di neve instabile e le previsioni di brutto tempo dei giorni successivi, torna a casa ritenendo che anche Bonatti e Mazeaud avessero preso la stessa decisione. Purtroppo le due cordate sono rimaste bloccate per giorni sulla parete ed il ritorno è stato fatale a molti di quegli alpinisti ed è ricordato come la tragedia del Freney.

Direttissima sulla parete sud della Torre Trieste nel Gruppo del Civetta.

Alla Scuola Militare Alpina di Aosta arriva Ignazio Piussi in qualità di sciatore specializzato in combinata nordica (fondo e salto), successivamente viste le sue ottime qualità di alpinista viene aggregato al gruppo che sta girando documentari didattici dove conosce Redaelli. Con Piussi risolve, a comando alternato, nell’estate del 1959 uno dei più grandi problemi alpinistici di quegli anni, aprendo una via diretta (nota come Direttissima) sulla parete sud della Torre Trieste in 79 ore di arrampicata, usando 330 chiodi normali, 90 chiodi a espansione e 45 cunei di legno. Questa impresa è considerata l’inizio del VI grado superiore. La direttissima della parete sud della Torre Trieste è ancora oggi ritenuta una delle vie più dure e difficili delle Alpi.

Segue un periodo di grandi scalate nel gruppo del Civetta: nell’estate del 1960 effettua con Pier Lorenzo Acquistapace e Corrado Zucchi la prima assoluta dello spigolo est della Torre Venezia in 4 giorni. Fonte e approfondimento