Alla scoperta del BOB GRAHM ROUND, nord Inghilterra.
Estate 2016, mi sto preparando per una di quelle tipiche giornate di agosto in rifugio, una di quelle impegnative tra l’altro e preso quindi dalle mie frenetiche mansioni sento all’improvviso una notifica di messaggio dal mio telefono cellulare.
Butto l’occhio e vedo il nome di Joe Williams… Cosa avra’ mai scritto ?
” Ciao Aron, cosa ne pensi se andiamo a fare una parte del Bob Grahm Round in condizioni invernali ? ”
Joe l’ho conosciuto alcuni anni fa in rifugio, dopo la sua avventura sullo spigolo nord dell’Agner; forte alpinista inglese, ultra runner e musicista virtuoso, quelle persone che non si dimenticano facilmente.
Indaffarato collego il cervello dopo alcune ore, riguardo il messaggio e con stupore capisco finalmente, ” Oh my God ” si tratta proprio di quella famigerata corsa nel nord d’Inghilterra di cui tanto avevo sentito parlare.
Senza esitare nemmeno un secondo confermo ovviamente felicissimo la mia adesione.
In tempi zero prenotiamo i biglietti con Ryanair, destinazione aereoporto di Stansted per il giovedì 22 novembre 2016.
I mesi trascorrono velocemente e in un attimo, mi ritrovo con i piedi sul suolo inglese.
All’aereoporto ho appuntamento con Tania, mia cara amica e fortissima alpinista, conoscente di Joe; noleggiamo l’auto e ci dirigiamo dal sud al nord dell’Inghilterra, precisamente a Kendal.
6 ore di viaggio, campagne stupende, colori autunnali incredibili, ma strade trafficatissime con effetti speciali garantiti a seguito della loro guida a sinistra e il meteo caratteristico di questi posti, un quattro stagioni servito all inclusive a costo zero.
Le previsioni ahimè non erano delle migliori per i giorni successivi, ma ormai eravamo decisi, determinati, volevamo a tutti i costi correre sulle creste di queste montagne che hanno forgiato nei secoli popolazioni note alla storia per il loro coraggio.
E’ ormai sera quando arriviamo da Joe, siamo belli cotti, Tania in primis perchè gentilissima ha voluto guidare per tutto il viaggio e io invece non ancora uscito dal tunnel del Jet Lag americano, per un precedente viaggio esplorativo, ma grazie all’accoglienza strepitosa dalla famiglia Williams ci riprendiamo in fretta.
I miei occhi vedono esattamente quella tipica casa inglese che finora avevo solo conosciuto e studiato sui libri, un insieme di arredi e colori che ci coccolano al meglio, interni caldi e avvolgenti, pavimenti riscaldati, stanze con le moquette e una stufa a legna strepitosa capace di asciugare e cucinare qualsiasi cosa in tempi zero. Indimenticabile poi Cassie, la loro Labrador femmina, sempre a pancia in su, in ricerca perenne di attenzioni, oserei dire il perfetto logotipo del cane da guardia e da difesa.
Rilassatissimi quindi da questo contesto “New Age” ceniamo con tutta la famiglia e ci abbandoniamo in una piacevole conversazione.
Successivamente nella pausa Tè con latte, eccoci finalmente davanti a monitor e cartine, per studiare l’itinerario che avremmo fatto il giorno successivo.
Ma cerchiamo appunto di capire in dettaglio cos’è questo BoB Grahm Round.
Fatto per la prima volta nel 1932 è praticamente una sfida di corsa in montagna, un giro ad anello epico di 105 km, nel nord dell’Inghilterra più precisamente nella zona zona del Lake District con partenza e arrivo dalla pittoresca cittadina di Keswick.
Con questo percorso si devono salire ben 42 cime del Parco e il dislivello totale di ascesa è di circa 8000 metri, tutto da percorrere entro le 24 ore.
E’ suddiviso in cinque parti chiamate ” legs ” e per chi vuole affrontarlo, queste diventano utili per pianificare in maniera logica, l’eventuale supporto da parte di amici, sia per i rifornimenti che per il morale, considerando come accennato prima, le condizioni meteo molto imprevedibili e a volte estreme come è capitato a noi.
Finora si stima che circa duemila persone siano riuscite a farlo, ma solitamente solo un tentativo su tre va a buon fine. Joe è uno tra questi runners che hanno concluso il giro e pure ampiamente sotto il tempo limite.
Venendo a noi per l’appunto, ci siamo avventurati nel tentativo di affrontare le prime due ” legs “.
Levataccia alle quattro di mattina e dopo un veloce briefing parcheggiamo le auto a Keswick, con un meteo assolutamente avverso, ma erano previsti fortunatamente dei miglioramenti nelle ore successive; fiduciosi partiamo.
Nevischio, umido e vento freddo mettono a dura prova il nostro fisico e i materiali, già nella fase di riscaldamento, lentamente però prendiamo ritmo e saliamo così sul primo ripido pendio verso il Great Dodd.
La tormenta aumentava man mano che salivamo, ma ormai eravamo belli caldi e motivati; in cima al primo monte un vento fortissimo e gelido ci obbliga ad usare tutte la giacche e strati che avevamo in zaino e una volta protetti, proseguiamo verso la successiva cima Watson’s Dodd e così a seguire tutte le altre, guidati da uno scatenato Joe, ormai esperto conoscitore di questi suggestivi posti.
Nonostante la visibilità zero, con una bussola e le abilità del nostro amico ultrarunner , seppur rallentati dai cumuli nevosi, riusciamo a proseguire con un sorriso stampato, forse congelato, sui nostri volti divertendoci come non mai.
Sono solo dettagli e non mi soffermo sulle temporanee perdite di senisibilità alle mani e ai piedi, ma grazie alle le ultime tecnologie applicate su tessuti e calzature da montagna, la situazione è sempre stata ampiamente sotto controllo.
Dopo una decina di chilometri in corrispondenza del lago Grisedal Tarn, il sole finalmente sale e si fa spazio, timidamente, senza scomodarsi troppo, ma giusto almeno per farci ammirare lo scenario che c’era attorno a noi.
Qua si possono letteralmente contemplare le più antiche montagne del mondo, in un contesto magico, plasmato nei millenni; mi fermo, volgo lo sguardo intorno e per un attimo mi sento immediatamente parte di questi territori leggendari dei quali tanto ho letto.
Guardiamo l’orologio, dobbiamo ripartire ahimè, le ore nei momenti più belli scorrono sempre troppo velocemente, siamo nella parte finale della “leg 1” abbiamo fatto 9 cime, decidiamo di non proseguire per la seconda “leg” , la neve e il freddo inevitabilmente rallentano il passo e giudiziosamente decidiamo di avviarci verso le auto, comunque soddisfatti perchè avevamo fatto qualcosa di speciale.
E’ stato per me giusto un assaggio di questo meraviglioso Bob Grahm Round, stuzzicando ancora di più la mia già inusuale curiosità e con la promessa di ritornarci, aspetterò condizioni migliori, per poterlo correre totalmente e sperare di entrare a fare parte di quella classifica riservata ai pochi temerari per i quali poco conta il cronometro perchè qui si va ben oltre il concetto del tempo…
Informazioni utili su:
http://www.bobgrahamclub.org.uk/
http://www.cicerone-extra.com/a-bob-graham-round-in-the-lake-district
Il mio equipaggiamento:
LA SPORTIVA
Intimo termico traspirante a maniche lunghe: mod.ATMOSPHERE 2.0 LONG SLEEVE
T shirt traspirante: mod.APEX T SHIRT
Pile traspirante: mod.STRATOSPHERE HOODY
Giacca in Primaloft: mod.PEGASUS 2.0
Antivento impermeabile: mod.HAIL JKT
Berretto caldo: mod.ZEPHIR
Pantaloni avvolgenti: mod.CIRRUS TIGHT
Pantaloni tecnici: mod.TITAN PANT
Scarpe da mountain running: mod.MUTANT
CAMP CASSIN
Zaino leggero da 15lt, comprimibile, versatile e resistente: mod.GHOST
Guanti comodi e caldi: mod.G HOT DRY
Ghette antineve da running: LINEA ESSENTIAL