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20 Dicembre 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Alpinismo sull’Everest. Scetticismo per le nuove norme proposte dal governo nepalese

Everest fotografato dal Gokyo Ri, Khumbu, Nepal. Fonte: Wikipedia

Ed Viesturs e Alan Arnette si esprimono sulle nuove restrizioni proposte dal governo nepalese

C’è scetticismo nella comunità alpinistica  in merito alle nuove norme proposte dal Nepal per regolamentare i permessi di scalata sull’Everest e per contrastare il pesante bilancio di vittime 2019 sulla vetta più alta del mondo.

Gli alpinisti americani Ed Viesturs e Alan Arnette hanno affermato che è improbabile che le nuove restrizioni, se approvate, riducano  la presenza di alpinisti inesperti che sempre più frequentemente si precipitano in massa sulla vetta himalayana di 8.850 metri.

“Ho visto questo film così tante volte che è ormai totalmente prevedibile”, ha dichiarato Arnette in un’intervista telefonica rilasciata martedì scorso all’agenzia Reuters. “Ogni anno dal 2013 qualcosa va storto e loro (il governo del Nepal) annunciano nuove regole che non  attuano mai”.

Quest’anno sono morti sul Mt. Everst undici scalatori – nove sul versante nepalese e due sul versante tibetano. Molti hanno perso la vita per la fretta di scalare la montagna durante una breve finestra di bel tempo a fine maggio, cosa che ha provocato un “ingorgo” vicino alla cima.

“La maggior parte dei team sceglie di lanciare l’attacco alla cima quando viene prevista la prima finestra meteo”, ha dichiarato Viesturs a Reuters in una delle interviste telefoniche ed e-mail realizzate.”Tutti hanno paura di perdere quello che potrebbe essere l’unico giorno perfetto. In genere ci sono molti giorni favorevoli  per il vertice, ma ci sono pressioni per salire in vetta quando lo fanno tutti”

Il Nepal tradizionalmente rilascia permessi di scalata a chiunque sia disposto a pagare la cifra di $ 11.000. Quest’anno ha distribuito 381 pass, un record. Aggiungendo sherpa e guide, oltre 800 persone hanno cercato di raggiungere la vetta durante la breve finestra meteo.

Il sovraffollamento – su cui si è concentrata l’attenzione di tutto il mondo dopo la pubblicazione di una fotografia che ritraeva una lunga fila di alpinisti, in coda per raggiungere la vetta – ha causato rallentamenti fatali  in quella che è conosciuta come la “zona della morte”, sopra gli 8.000 metri. Tutto ciò ha sollevato preoccupazioni sul fatto che alpinisti inesperti siano stati incoraggiati, da  guide senza scrupoli, a tentare la cima.

Tra le nuove norme proposti dal governo nepalese, vi è l’obbligo per gli scalatori di presentare una relazione,  firmata da un medico, che certifichi la loro storia clinica e lo  stato di salute. Tra i documenti richiesti, anche un certificato che comprovi la scalata di un’altra vetta di 6.500 metri in Nepal.

Arnette ha espresso la sua titubanza per la prima norma, poichè è possibile falsificare documenti medici, e la seconda ha poco senso, in quanto molti alpinisti possono aver scalato altrove vette più alte.

Mira Acharya, sovraintendente alle attività alpinistiche per il Dipartimento del Turismo del governo nepalese, la scorsa settimana ha riferito a Reuters che il  governo non avrebbe fissato un lasso di tempo per l’introduzione delle nuove leggi, paraltro ancora in fase di approvazione.