Everest fotografato dal Gokyo Ri, Khumbu, versante Sud-Ovest, Nepal. Fonte: Wikipedia
Il 55enne è stato colpito da mal di montagna durante le rotazioni per la spinta alla vetta
Lo scalatore russo Pavel Kostrikin, 55 anni, è morto sabato sera al Campo I (5.360 m) dell’Everest.
Secondo fonti del campo base, sarebbe stato colpito da mal di montagna intorno alle 19:15 (ora in Nepal), mentre effettuava le rotazioni per la spinta al vertice.
“Lo scalatore russo si è ammalato al Campo II ed è morto dopo essere stato portato al Campo I”, ha riferito alla Reuters Bhishma Kumar Bhattarai, funzionario del Dipartimento del Turismo del Nepal, senza fornire ulteriori dettagli.
Il Campo II sulla via normale della cresta sud-est dell’Everest, si trova a un’altitudine di circa 6.400 metri.
Non appena le condizioni meteo lo permetteranno, la salma sarà trasferita in elicottero a Kathmandu.
Sabato scorso, alle 18:55 (ora in Nepal), una squadra di Sherpa di Seven Summit Treks, incaricata di fissare le corde (gestione EOA), aveva raggiunto la vetta dell’Everest (8.848 m), compiendo il primo vertice della stagione dal versante nepalee.
Del team hanno fatto parte: Kami Rita Sherpa (Leader), alla sua 26a salita dell’Everest, Sona Sherpa (Co-Leader), Ngima Tashi Sherpa, Phurba Tsering Sherpa, Tenjing Gyaljen Sherpa, Lakpa Tenji Sherpa, Phurba Kusang Sherpa, Mingma Dandhu Sherpa, Pastenji Sherpa, Tareman Tamang, Phurba Chhotar.
Kangchenjunga. Foto: Siegmund Stiehler. Fonte: wikipedia
Due giorni prima, uno scalatore indiano aveva perso la vita durante la spinta al vertice sul Kanchenjunga (8.856 m), la terza montagna più alta del mondo.
Narayanan Iyer, 52 anni, residente nel Maharashtra, è morto giovedì 5 maggio, a 8.200 metri di altitudine, secondo quanto riferito da Nivesh Karki, direttore esecutivo di Pioneer Adventure, l’organizzatore della spedizione.
Anche Iyer è stato colpito da mal di montagna, a circa 386 metri dalla vetta.
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