Le slovene hanno compiuto la salita in stile alpino attraverso la cresta Est
Una spedizione slovena, tutta al femminile, composta da Anja Petek, Patricija Verdev, Ana Baumgartner e Urša Kešar, è rientrata dalla remota valle di Lalung, nell’Himalaya indiano, con un bottino di quattro nuove vie. Tra queste, spicca per lunghezza e complessità Here Comes the Sun, aperta in stile alpino da due di loro attraverso la cresta Est del Lalung I (6.243 m), aggiudicandosi la prima salita di questo Seimila finora inviolato.
La zona, chiusa da tempo per motivi politici, è poco conosciuta ed esplorata, pertanto il team sloveno aveva a disposizione poche informazioni.
Le vie aperte da Anja Petek e Patricija Verdev
La squadra femminile ha allestito il Campo Base a 4.100 metri di quota.
Giornate limpide e tempo instabile sono servite ad Anja Petek e a Patricija Verdev per acclimatarsi e, il 31 agosto, le due slovene hanno aperto Connection (1.400 m, VI) su una montagna di 5.332 metri vicina al Campo, bivaccando a 5.300 metri.
Il 5 settembre hanno allestito il Campo Base Avanzato a 4.800 metri, da dove hanno potuto ammirare per la prima volta il maestoso Lalung I e da dove sono partite per l’impressionante cresta est.
La cordata ha impiegato un giorno per cercare l’accesso alla cresta, attraverso un ghiacciaio piuttosto impegnativo.
“La finestra meteo prevista sembrava adeguata ai nostri piani, ma al secondo giorno di arrampicata siamo state costrette a montare la tenda e il bivacco sulla cresta, in pieno giorno, a causa di una bufera di neve che è perdurata anche tutto il giorno successivo”, ha raccontato Anja Petek all’associazione alpinistica slovena che ha sostenuto la spedizione. “Il quarto giorno, siamo partite all’alba e abbiamo continuato a salire fino a tarda notte, poi c’è stata un’altra giornata in cresta, che ha richiesto molta forza di volontà da parte nostra. All’1:30 abbiamo salito gli ultimi tratti di misto e in un momento di disattenzione e stanchezza, mentre riposavamo, il vento ha portato via i pali della tenda, ma ormai eravamo abituate a bivaccare in parete e a dormire in un sacco da bivacco… Il giorno dopo ci siamo svegliate con la nebbia; difficile distinguere il vertice del Lalung I, raggiunto alle nove del mattino dopo aver superato alcuni pendii di neve”.
La squadra ha impiegato cinque giorni per aprire in stile alpino Here Comes the Sun (2000 metri), via estremamente impegnativa, classificata ED, M6+, AI5+ .
“Il nome della via rispecchia quella che è stata la nostra esperienza su questa montagna. Eravamo grate quando il sole spuntava e, quando non c’era, non vedavamo l’ora che arrivasse. Quando siamo giunte in cima, una forte luce diffusa ha reso difficile identificare il vertice, ma trenta metri prima della vetta, il sole ha squarciato la nebbia e ha illuminato la cima, come ad indicarci la via. I nomi da noi assegnati hanno sempre un significato personale o spirituale, il sole è metafora di calore, di luce, e questo ci tranquillizza sempre in montagna”, ha spiegato Anja Petek.
La discesa, effettuata lungo il versante ovest fino al ghiacciaio, è stata lunga e faticosa. Le due slovene sono arrivate al CBA nella notte e il giorno dopo sono scese al CB, dove ad attenderle c’erano le compagne di spedizione.
Altre due vie aperte dalle compagne di spedizione
Ana Baumgartner e Urša Kešar, hanno invece effettuato due prime salite sulla parete nord della montagna di 5.332 metri scalata da Anja Petek e Patricija Verdev, durante l’acclimatamento.
Il 10 settembre, Ana e Urša hanno firmato BC (Bear Camp), (800 m, V), mentre il 13 settembre hanno aperto Calm Before the Storm? (670 m, V+).
“Dati i problemi con l’altitudine di Urša e il tempo instabile, abbiamo deciso di scalare la rocciosa parete nord, più bassa, della montagna ancora senza nome.
Gli orsi attendevano Ana e Urša al Campo Base: “Ce n’erano almeno due; sapevamo che cercavano solo cibo, ma comunque è stato abbastanza spiacevole. Per fortuna i cuochi li hanno scacciati.”
Dopo oltre dieci visite degli ospiti indesiderati, e dopo una tenda [quella di Patricia] fatta a pezzi, un sacchetto di cibo andato perso e una toilette abbattuta, la squadra è riuscita a spaventare i plantigradi con il fuoco, e assicurarsi qualche notte tranquilla al Campo Base.