Sirbaz Khan e Abdul Joshi sono ora al Campo Base
Ieri, mentre Sirbaz Khan e Abdul Joshi erano impegnati ad attrezzare la via oltre Campo 2 e stabilivano con successo il Campo 3, il loro compagno Kamran Ali, fotografo e filmmaker della prima spedizione pakistana all’Annapurna (8.091 m), raccontava dal Campo Base la grande bellezza di questo possente ottomila:
“Ogni mattina, dopo aver fatto colazione, mi siedo sulla soglia della tenda qui al campo base con gli occhi incollati alla possente montagna davanti a me. Sì, il Monte Annapurna è la 10 a montagna più alta con un dislivello di 8,091 m e la più pericolosa tra tutti gli Ottomila, ma c’è di più.
In un momento, l’Annapurna è un drago bianco che riposa durante la giornata. In un altro momento, il massiccio dell’Annapurna appare come un cobra reale affiancato da un esercito di cobra di guardia ad una fortezza. O forse è una madre chioccia che protegge i suoi pulcini sotto le sue ali?
Al mattino quando tutti dormono, dalla vetta dell’Annapurna sorgono delicatamente delle nuvole che contrastano con il cielo azzurro. Entro mezzogiorno, queste nuvole crescono creando forme fantasma come se una strega stesse facendo un incantesimo magico.
Il ghiaccio si aggrappa alle sue pareti rocciose perché ha paura di morire. Ogni tanto, i seracchi disobbedienti vengono spinti giù da grandi altezze e si trasformano in polvere. È lunga la via verso la vetta. Ad ogni passo, i seracchi sono pronti a sacrificarsi per proteggere la loro amata.
Le vie sulle pareti di ghiaccio superiori sono simili a quelle sul volto di una donna tibetana di 100 anni. Ma quando guardi in basso, la neve brilla sui larghi pendii come il sudore, riflettendo dalle rosee guance di una signora affascinante.
Il Mt Annapurna domina tutto ciò che lo circonda come una dea. Due occhi non bastano per catturarne la grandezza.
Lunghe file di bandiere di preghiera blu-rosso-giallo-bianco appese sullo sfondo dell’ Annapurna la fanno sembrare una regina adornata con una collana di gioielli colorati. Queste bandiere fluttuano nell’aria come farfalle che danzano davanti a una dea.
Molto prima dell’alba, la sua vetta si illumina come un faro nel cielo che guida il sole sulla sua via.
Alla luce del sole, la montagna è un mare di ghiaccio; al chiaro di luna, è una luna; e nelle notti buie, una dea che indossa la via lattea come corona.
Mentre scrivo queste parole di ammirazione alla bellezza di Annapurna, penso a Sirbaz, Joshi e altri che si trovano ora tra il Campo 2 e il Campo 3.
Perché alcuni riescono a trovarsi alla presenza di una dea mentre altri possono guardarla solo a distanza?
La risposta si trova da qualche parte sulle pendici della montagna.”
Nel frattempo, Sirbaz e Joshi rientravano in sicurezza al Campo Base. “Seracchi strapiombanti e ghiaccio azzurro rendono la via da C2 a C3 davvero dura ma con un buon lavoro di squadra siamo riusciti a completare con successo la nostra 3a rotazione”, hanno commentato.