Lo scalatore indiano: “Ciò che mi ha insegnato l’incidente: vivi pienamente ogni attimo”
Lo scalatore indiano Anurag Maloo, sprofondato in un crepaccio sull’Annapurna, la montagna più pericolosa del Nepal, dove è rimasto per tre giorni prima di essere ritrovato ancora in vita dai soccorritori, dopo molti interventi chirurgici e mesi di recupero lascia l’ospedale per ritornare dalla sua famiglia a Kishangarh, nel Rajasthan.
Il 35enne ha solo parole di gratitudine nei confronti dei suoi soccorritori, della sua famiglia e dei medici dell’ospedale Manipal di Pokhara e dell’ospedale AIIMS di Delhi. “La montagna mi ha protetto dalle valanghe e dai venti gelidi nel suo grembo di ghiaccio, e poi ha messo sulla mia strada Adam Bielecki”, racconta lo scalatore.
Anurag non ricorda i tre giorni trascorsi all’interno del crepaccio e i primi sette o otto giorni di ricovero. Ha visto le immagini registrate dalla sua telecamera frontale. “Mio fratello ha recuperato la telecamera e ha scoperto che avevo ripreso l’interno del crepaccio”, ha raccontato Maloo.
L’indiano era privo di sensi quando Adam Bielecki si è calato nel crepaccio per 70 metri (l’intera lunghezza della sua corda) e ha scoperto che Maloo era ancora in vita.
Durante la sua permanenza in ospedale, ho guardato più volte le riprese del salvataggio ed è rimasto stupito dalla complessità delle tecniche utilizzate.
Maloo ha avuto modo di ringraziare personalmente Bielecki ed è rimasto in contatto con lo scalatore polacco. “È una persona straordinaria con un vero senso dell’alpinismo…. Gli ho chiesto perché mi aveva salvato? E Adam [Bielecki] ha risposto: “Ero lì e avevi bisogno di aiuto. Un’altra volta potrei essere io ad averne bisogno’”.
Dopo quasi sette mesi in ospedale, Anurag è a metà del suo lungo viaggio verso la guarigione. Tuttavia, considerato il punto di partenza, i suoi progressi sono sorprendenti. L’alpinista ha perso tutti i polpastrelli della mano destra, che riesce a malapena a muovere. Sta imparando di nuovo a stare in piedi e a camminare.
Il processo di recupero più problematico ora riguarda le estese parti di pelle trapiantata, principalmente su cosce e polpacci, rimaste a contatto con il ghiaccio e completamente congelate al momento del salvataggio.
L’incidente sull’Annapurna ha cambiato la sua visione della vita. “Nessuna montagna può essere presa alla leggera… Sono necessari rispetto e umiltà davanti alla montagna”, afferma Maloo.
“Ciò che mi ha insegnato l’incidente: vivi pienamente ogni attimo. Sono molto grato all’Annapurna per avermi protetto, per essersi presa cura di me durante quei tre giorni e per avermi rimandato indietro”, aggiunge. “Le sono grato per avermi fatto sperimentare quanto siano vicine la vita e la morte.”
Le immagini del recupero
We commend Adam Bielecki @AdamTheClimber for his unwavering courage and professionalism in the face of danger. Thank you for your incredible bravery and expertise in rescuing Anurag Maloo from the crevasse on Annapurna I (8091 m). Your help in rescuing Anurag Maloo from the… pic.twitter.com/bHrJj0Gq52
— Everest Today (@EverestToday) April 20, 2023