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22 Aprile 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Anurag Nallavelli, il primo indiano a scalare due Ottomila senza ossigeno supplementare

Anurag Nallavelli . Fonte instagram

Dopo un viaggio nel Grand Canyon, l’ingegnere informatico originario di Hyderabad ha scelto di vivere una vita al limite

Il 9 aprile 2022 alle 11:20 (ora nepalese), Anurag Nallavelli ha scalato con successo la vetta del Dhaulagiri (8.167 m), la settima montagna più alta del mondo, senza O2 supplementare e portatori d’alta quota. A settembre 2021, aveva conquistato il Manaslu (8.163 m), diventando il primo indiano a scalare un Ottomila senza l’ausilio di ossigeno supplementare.

Nato nel 1992 a Hyderabad, la quarta città più grande dell’India, Anurag è cresciuto nella metropoli urbana, lavorando come ingegnere informatico. Nel 2015 si è trasferito negli Stati Uniti per seguire dei master in informatica. All’epoca non praticava molta attività all’aria aperta, ma dopo un viaggio  ‘zaino in spalla’ nella natura selvaggia effettuato nel 2018 con suo cugino, per il mondo outdoor è stato amore a prima vista. Il suo primo approccio con le montagne è avvenuto alle cascate Havasu  nel Grand Canyon, in Arizona.  Da allora, la sua vita è cambiata e ha scelto di vivere al limite. “Non ho più un appartamento o una macchina negli Stati Uniti. Mi sposto da un posto all’altro per le mie escursioni e spedizioni, ospitato da amici e parenti. Vivendo con lo zaino in spalla, mi sono reso conto di quanto poco ci serva per vivere”, ha affermato Anurag, che nel frattempo è diventato anche vegano.

“Crescendo in una città indiana non avevo mai percorso un sentiero di montagna – conferma Anurag –  Mi sono trasferito negli Stati Uniti nel 2015 e mi sono avvicinato all’outdoor nel 2018. Da allora, ho iniziato a fare
viaggi sempre più lunghi e impegnativi e stando all’aria aperta la mia vita è cambiata drasticamente… Ho iniziato a scalare durante la pandemia”.

Nel 2020 lo scalatore indiano, che aveva programmato un viaggio in Nepal con un amico per raggiungere il campo base dell’Everest, dovette cambiare i suoi programmi a seguito dell’emergenza pandemica. Il governo degli Stati Uniti impose il lockdown mentre si trovava in California: “Sono rimasto bloccato con un amico al Love Creek Sanctuary in California, dove avevamo prenotato un alloggio Airbnb; non sapevamo per quanto tempo sarebbe durato il blocco – racconta Anurag –  La coppia che gestiva la fattoria ci ha permesso di restare e ci ha chiesto se potevamo aiutarli con gli animali. Abbiamo imparato molto. Avevamo anche i nostri computer portatili e così continuavamo a lavorare collegandoci da remoto”. Da allora, Love Creek Sanctuary è diventata la ‘casa’ di Anurag, che ha rinunciato al suo appartamento nel Michigan.

Anurag Nallavelli. Fonte instagram

Sempre durante la pandemia, Anurag si è preso un mese di ferie dal lavoro ed è andato in Colorado, dove ha affrontato un trail di 500 miglia. “Ho incontrato altri escursionisti, mi sono accampato con loro e quel viaggio mi ha cambiato. Mi sono trasferito in Oregon per fare altre cose”, continua Anurag.  Sul Mount Hood in Oregon ha fatto la sua prima esperienza con l’attrezzatura da ghiaccio. In seguito lo ha scalato ben 11 volte e due volte il Mt Rainier, sempre in pieno inverno.

“Il sogno del mio compagno di cordata era quello di scalare il Denali così abbiamo deciso di provarci senza una guida. Prima del Denali, mi sono allenato in Colorado”, afferma Anurag. Alla fine, con il suo compagno di scalata ha vinto il Denali nel giugno 2021, la vetta più alta del Nord America. “La spedizione doveva durare tre settimane, ma l’abbiamo completata in 11 giorni –  racconta – Poi ho voluto provare qualcosa di più impegnativo…”.

Anurag voleva andare in Himalaya e tentare un Ottomila. “Da bambino, ho sempre amato l’Himalaya ma ero appena tornato da Denali e non potevo permettermi di sostenere i costi di una spedizione completamente supportata di $ 20.000. Ho deciso quindi di acquistare solo il supporto al campo base visto che sarebbe stata una spedizione di 30-40 giorni”, ricorda lo scalatore.  “Ho letto il libro No Shortcuts to the Top: Climbing the World’s 14 Highest Peaks di Ed Viesturs e David Roberts. Viesturs è stato il primo americano a completare tutti i 14×8000 m senza ossigeno supplementare. Quel libro mi ha ispirato a tentare la ‘zona della morte’ senza l’ausilio di ossigeno supplementare”, afferma Anurag.

Ed è così che a settembre 2021, Anurag ha conquistato il  Manaslu senza l’ausilio di ossigeno supplementare e il supporto di Sherpa. Sulla montagna “ho avuto le allucinazioni.. vedevo persone che bevevano il caffè… Ma ho anche visto il corpo senza vita di uno scalatore canadese di 37 anni. Ed era reale. A tali altezze, non esiste passato o futuro, ma solo il presente”, ha dichiarato.

 

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Dopo aver superato anche la sfida sul Dhaulagiri ad aprile di quest’anno, ha commentato sul suo instagram: “Questi ultimi mesi sono stati molto difficili a seguito di una frattura riportata alla spalla il 14 gennaio. Ho dovuto affrontare l’infortunio e abituarmi a una nuova normalità. Osservo ciò che mi sta attorno, cercando di capire se l’universo mi sta suggerendo di rilassarmi e rallentare per un po’ o se mi sta sfidando a perseguire ciò che desidero. Alle battaglie silenziose che ho combattuto, ai momenti in cui ho dovuto umiliarmi, alle volte in cui mi sono asciugato le lacrime…E a tutte le persone che mi hanno sostenuto incondizionatamente e hanno creduto in me e hanno reso possibile tutto questo. GRAZIE”.

“Quando sei in quota tra le nuvole, puoi vedere il mondo da una prospettiva diversa. Non ci sono distrazioni. Man mano che si sale, l’aria è più rarefatta e ogni passo è difficile. Superare gli ostacoli e arrivare in cima e tornare in sicurezza, ti dà forza”, ha dichiarato Anurag  a Global Indian.

Attualmente lo scalatore indiano si trova a Hyderabad, in visita alla sua famiglia,  ma non vede l’ora che arrivi settembre per organizzare un’altra spedizione alpinistica. Mentre scendeva dal Dhaulagiri, ha perso il suo zaino e un guanto, riportando un congelamento. “Ho bisogno di riposare e recuperare prima della prossima stagione”, ha dichiarato alla testata indiana Th Hindu.

Tra le sue prossime mete c’è un montagna tecnicamente impegnativa e molto pericolosa: l’Annapurna (8.091 m), sempre senza ossigeno supplementare. “Il mio obiettivo finale per il 2023 sarà scalare l’Everest senza l’ausilio di ossigeno supplementare”, ha affermato Anurag.

Nel frattempo, un amico ha organizzato per lui una campagna di crowdfunding.