All’età di 16 anni, l’indiano divenne il più giovane a salire in vetta al “Tetto del Mondo”
Arjun Vajpai aveva solo 16 anni quando scalò l’Everest nel 2010, stabilendo il record dell’epoca di più giovane in vetta al “Tetto del Mondo”. Successivamente, il suo record fu battuto dal tredicenne Jordan Romero e dalla tredicenne indiana Malavath Poorna.
A distanza di un decennio, lo scalatore indiano annuncia di voler tentare nuovamente la vetta dell’ottomila più alto del mondo.
Il nuovo progetto
Lo scorso autunno, Vajpai ha annunciato di voler tentare l’Everest in solitaria dal versante Nord. “Mi eserciterò sull’Annapurna [8091 m] nel marzo 2021 prima di scalare l’Everest dal versante settentrionale dell’altopiano tibetano”, aveva dichiarato a Hindustan Times. Lo scalatore indiano aveva anche precisato di aver scelto il versante Nord (Tibet) poichè il Nepal non consentiva tentativi al vertice in solitaria.
Ma il Tibet è chiuso agli stranieri in questa stagione, quindi sembra che l’alpinista indiano abbia modificato i suoi piani. Secondo quanto riportato da ExplorerWeb, Vajpai tenterà l’Everest senza ossigeno supplementare.
Solo un altro scalatore ha annunciato un tentativo all’Everest senza ossigeno supplementare, in questa stagione: si tratta dell’ungherese Csaba Varga, che partirà per il Nepal il 7 aprile.
Sei gli ottomila al suo attivo
Dopo quel primo successo sull’Everest, il giovane indiano ha scalato Lhotse, Manaslu, Makalu, Cho Oyu e Kangchenjunga.
Subito dopo la notorietà acquisita per la conquista dell’Everest, il giovane Arjun sprimentò la paura e il fallimento: l’anno successivo era al Campo 2 sul Cho Oyu quando la parte sinistra del suo corpo improvvisamente si paralizzò. Gli Sherpa che erano con lui scesero, lasciandolo solo nella sua tenda. Pensava di morire lì, ma si trascinò fuori e incontrò l’alpinista svizzero Olivier Racine che gli somministrò alcuni farmaci e lo aiutò a scendere al campo base.
Prima di ritornare al Cho Oyu, che scalò nel 2016, tentò per quattro volte il Makalu. In due occasioni il maltempo lo costrinse a ritirarsi. Il suo terzo tentativo coincise con il forte terremoto che colpì il Nepal nel 2015. Alla fine, al quarto tentativo, ci riuscì.
Sempre nel 2015, alcune settimane prima del terremoto, Arjun e Bhupesh Kumar scalarono una vetta inviolata di 6.180 metri nella Spiti Valley indiana, nell’Himachal Pradesh. La battezzarono Mt. Kalam, in memoria dell’ex presidente indiano Abdul Kalam.
A gennaio di quest’anno, Vajpai è tornato nell’Himalaya indiano del Kumaon, per tentare la prima salita invernale del Mt. Trishul (7.120 m). Vajpai e il suo team indiano avevano pianificato una salita leggera e veloce, ma i venti e le forti nevicate li hanno bloccati al Campo 1 (5.100 m) rendendo la salita estremamente rischiosa e impegnativa. Il 3 febbraio si sono ritirati. “Questa spedizione è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto in vita mia e ho visto quanto ho ancora bisogno di lavorare per preparare una spedizione invernale in stile alpino”, ha commentato successivamente Vajpai.
Nei prossimi cinque anni, l’obiettivo di Vajpai sarà quello di stabilire il primato di più giovane al mondo e unico indiano a raggiungere la vetta di tutte le 14 vette di 8.000 metri del mondo.