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16 Aprile 2018

Freestyle e Freeride · Ski · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

Armin Zöggeler e il futuro dello slittino olimpionico

arch. Armin Zoeggeler

Intervista al pluricampione mondiale e olimpico, ora commissario tecnico della nazionale italiana di slittino

di Massimo Dorigoni

Si è conclusa da pochissimi giorni la stagione degli sport invernali, che a Prowinter di Bolzano – fiera B2B del mondo sci, noleggio e attrezzature – è stata celebrata con le premiazioni, a favore di stampa e pubblico, degli atleti che durante tutto l’anno si sono contraddistinti nelle proprie discipline. Una festa dello sport costellata da applausi, selfie con i tifosi e interviste. Un pretesto per parlare del presente e dare uno sguardo al futuro.

Intento a seguire la premiazione dei migliori atleti della nazionale italiana reduci dalle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, mi accorgo che, in disparte, c’è un personaggio non poco noto. E’ Armin Zöggeler, già atleta di punta della nazionale di slittino, plurimedagliato olimpico, e dal 2014 commissario tecnico della stessa.

E’ lui che con gli occhi lucidi segue ogni suo allievo che sale a ritirare i riconoscimenti. A cerimonia conclusa lo avvicino quasi in punta di piedi per non disturbare le sue emozioni e dopo alcuni minuti, quella che era cominciata come una chiacchierata si trasforma in un’intervista ͞quasi͟ confidenziale.

Armin Zoeggeler a Prowinter 2018. Foto: Federica Pincigher

Armin, da atleta di punta ad allenatore della nazionale di slittino. Quali sono state le difficoltà maggiori?
Io sono stato obbligato ad andare all’estero per fare il mio mestiere. Ho avuto la fortuna di gareggiare qui in Italia solo quando ci sono state le olimpiadi. Successivamente la pista utilizzata per le gare è stata chiusa. Ora anche nella vita da allenatore, con gli atleti dobbiamo sempre recarci all’estero ad allenarci e a provare i materiali. Questo è molto impegnativo e faticoso.

Pista naturale, pista artificiale. Un passaggio obbligato per i giovani atleti?
Lo slittino su pista naturale è una tradizione in Alto Adige, i club che partecipano alle gare sono tanti, ma i ragazzi che poi passano allo slittino su pista artificiale sono pochissimi. Il mio compito ora è di selezionare gli atleti che si esprimono al meglio su pista naturale per poi portarli su quella artificiale, anche perché quest’ultima è una disciplina olimpica, anche per questo è importante.

I giovani e il futuro. Quali aspettative?
I giovani ci sono, e momentaneamente su pista artificiale ho una squadra veramente molto giovane. L’atleta più giovane ha vent’anni. Il seguito è ottimo perché la squadra junior ha un bel gruppetto che promette davvero bene. Anche lo slittino doppio al momento promette bene e questo ci fa ben sperare. Bisogna sempre lavorare guardando avanti.

Gli atleti della nazionale italiana reduci dalle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, premiati a Prowinter 2018. Foto: Federica Pincigher