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7 Novembre 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Bhagirathi III: probabile prima salita della cresta sud-ovest per Jonas Schild, Stephan Siegrist, Kaspar Grossniklaus e Hugo Béguin

Foto arch. Jonas Schild, Stephan Siegrist, Kaspar Grossniklaus e Hugo Béguin: apertura cresta sud-ovest del Bhagirathi III, autunno 2024. Fonte instagram J.Schild

Dopo aver rinunciato per la terza volta al loro obiettivo principale sullo Shivling, i quattro si sono spostati al Bhagirathi III (6.454 m) dove hanno completato la prima salita di una nuova via

Jonas Schild, Stephan Siegrist, Kaspar Grossniklaus e Hugo Béguin sono tornati dall’Himalaya indiano con un nuovo bottino: la prima salita conosciuta della cresta sud-ovest del Bhagirathi III (6.454 m). La squadra ha completato la salita l’8 ottobre scorso, dopo aver rinunciato allo Shivling (6.543 m), obiettivo principale della loro spedizione.

Stephan Siegrist e Jonas Schild tentarono lo Shivling (6.543 m) per la prima volta, nell’autunno 2021, quando iniziarono a lavorare sull’apertura di una nuova via sulla parete sud. I due dovettero ritirarsi oltre i 6.000 metri poichè un membro del team si ammalò di  mal di montagna. L’anno scorso, ritornati sull’Himalaya indiano con Andy Schnarf, furono respinti dalle condizioni meteorologiche avverse. Optarono per un progetto alternativo e aprirono Between two Parties (350 m, 7b/A3) su un pilastro di 4.950 metri chiamato Kirti-Nose.

Siegrist e Schild  puntavano allo Shivling anche quest’anno insieme a Kaspar Grossniklaus e Hugo Béguin, quest’ultimo Piolet d’Or 2024. La squadra ha dedicato buona parte del tempo a questo obiettivo e, seppur abbia dovuto avvicinarsi al Campo Base (4600 m) durante una tempesta di neve, ha fatto buoni progressi.

Hanno dormito una notte al Campo Base Avanzato (5.400 m) e nel tentativo di raggiungere la vetta sono saliti direttamente al C1 (5.700 m) per trascorrere il minor tempo possibile nella pericolosa sezione inferiore della montagna, minacciata dalla continua caduta di massi e il secondo giorno hanno superato i sette tiri del ripido pilastro che porta al C2 (6.000 m). Sono riusciti a farlo in libera, a differenza di tre anni fa, quando dovettero usare l’attrezzatura artificiale.

Ma la storia si è ripetuta! Come nel 2021, ed esattamente alla stessa altitudine, Kaspar Grossniklaus ha cominciato a vomitare dopo cena, accusando sintomi di edema polmonare. Il giorno dopo, all’alba, il team ha deciso di rientrare al campo base.

Bhagirathi III

Quattro giorni dopo il rientro al Campo Base, Stephan Siegrist e Jonas Schild hanno proposto ai compagni, un piano B: la salita della cresta sud-ovest del Bhagirathi III, che avevano attentamente esplorato dal campo base.

La squadra al completo (Kaspar nel frattempo si era ripreso),  ha attraversato il ghiacciaio Gangotri ed è salita direttamente al Campo I del Bhagirathi III, a 5.600 metri di quota, dove ha  trascorso una fredda notte in tenda. All’alba ha attraversato una serie di nevai fino all’inizio della cresta, dove inizia “la fascia di roccia scura che costituisce la parte superiore del gruppo dei Baghiratti, nota per la sua friabilità”, secondo Jonas Schild.

L’alpinista svizzero prosegue descrivendo così la salita:

“Abbiamo guadagnato quota con una salita moderata ma estremamente friabile, con difficoltà comprese tra il quarto e il quinto grado. La sfida più grande è stata trovare appigli e passaggi sufficientemente compatti per sorreggerci e aprire una buona via attraverso il mare di roccia friabile. Con costante attenzione abbiamo fatto buoni progressi e a mezzogiorno ci abbracciavamo felicemente sulla cima. La discesa è stata facile e veloce, con un paio di doppie, e la sera stessa siamo stati accolti calorosamente al campo base dal resto della nostra squadra. Si tratta molto probabilmente di una prima salita: non abbiamo trovato attrezzatura sulla cresta e non abbiamo ottenuto informazioni di altre salite dalla Federazione indiana di montagna (IMF) o da Internet. Quindi se qualcuno ne ha, fatecelo sapere. In ogni caso, è stata una scalata estremamente preziosa per il nostro team dopo un’altra delusione sullo Shivling. Ricorderemo quindi una spedizione di successo, accompagnata da bel tempo. L’India rimane sempre un’avventura a sé stante, al di là dell’alpinismo.”

EXPEDITION – INDIA 2024

Attempt Shivling South Face (6543m)

Due to rockfall the ascent to the ABC was only safe at…

Pubblicato da Jonas Schild su Martedì 5 novembre 2024

 

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