Venerdì 29 novembre. Da ieri pomeriggio un vento impetuoso soffia da ovest, sulla catena di confine. Qui da noi si dice che c’è la “gounfia”: neve sul lato francese sopravento e tormenta sul nostro versante di ricaduta. Poco più a est il cielo è sereno e un bel sole illumina le vette della media valle. Di uscire con gli sci oggi non se ne parla, a meno di non andare nei soliti posti dove incontri tutti. E questa non è di solito la mia filosofia. Rinuncio anche a un’arrampicata in solitaria sulla Rocca di Lities, perfettamente pulita e asciutta ma molto esposta al soffio della “gounfia”. Mi armo così di “ciaspole” e salgo sopra casa verso est, raggiungendo la catena di spartiacque con la Valle Tesso. Queste montagne di media e modesta altezza sono quelle delle mezze stagioni e del ripiego, dove ogni volta, però, ti puoi inventare qualcosa di diverso, di corsa, con gli sci, con le ciaspole, oppure facendo anche qualche breve passo di arrampicata. Le condizioni di questi giorni, tuttavia, rendono queste cime particolarmente pericolose in alcuni tratti: i versanti sono molto ripidi e ricoperti di erba olina. Dove non vi siano già stati distacchi spontanei, è meglio diffidare evitando di transitare. Spazio, dunque, alle medie pendenze, poi via in cresta, dove qualche volta le “ciaspole” non agevolano il cammino in prossimità di roccette e pietraie ricoperte di neve. Il manto però è inaspettatamente portante sul versante ovest e piuttosto trasformato su quello sud. Ne esce quindi una divertente e veloce cavalcata. Il vento è molto forte ma, in cima, un riparo sul versante sottovento mi permette addirittura di farmi un tè e di mangiare qualcosa. Dal Monte Soglio, nelle prealpi Canavesane, fino alla Levanna Orientale 3555 m, una lunga dorsale separa la nostra valle da quella incisa dal Torrente Orco. Procedendo verso ovest vi s’incontrano vette di quota crescente, anche d’interesse alpinistico. Mi torna in mente il bel libro di Pensiero Acutis “Dal Monte Soglio alla Levanna”, pubblicato nel 1970. Testimonia un modo di andare in montagna che non c’è più, oggi travolto dai “tempi” di salita oppure dai “gradi”. E’ proprio a due passi da casa e sul facile, però, che lo ritrovi ogni volta. E il pensiero va a quelle gite giovanili di metà anni settanta, quando scoprivo la montagna e non ancora l’alpinismo e la scalata. Ah! A proposito… e il Black Friday? Cosa centra? Assolutamente nulla. E’ solo che ciascuno è libero di acquistare quello che vuole, e a me piace ancora “comprare” emozioni.