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Broad Peak. Foto: Mirza Ali
Vertici: “Non conosceremo mai i veri numeri di quest’anno…”, afferma l’alpinista-blogger americano
Sono stati pubblicati diverse relazioni su ciò che è accaduto al Broad Peak lo scorso fine settimana. “La cosa che emerge, è la mancanza di coordinamento e cooperazione generale tra i vari alpinisti nei giorni in questione”, riporta il blogger-alpinista americano Alan Arnette.
I dettagli sulla morte e il salvataggio di Kim HongBin rimangono un po’ nebulosi e senza una dichiarazione ufficiale da parte del suo team o dell’operatore Blue Sky Treks & Tours.
“Gli operatori sono sempre pronti a rivendicare l’apertura delle vie, la sistemazione delle corde e le vette raggiunge, ma mai forniscono notizie su incidenti o decessi”, commenta Arnette.
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Kim HongBin (a sinistra) Fonte: Blue Sky Treks & Tours/facebook
Per quanto riguarda i vertici “alcuni alpinisti che avevano annunciato di aver raggiunto la vetta ora riferiscono di essere arrivati in cima solo alla vetta anteriore – continua Arnette – cosa molto comune sul Broad Peak poiché l’ultima sezione, verso il vero vertice, è infida. Inoltre alcuni di loro sono arrivati sulla Sella in tarda giornata, dopo molte ore di difficile scalata nella neve alta.”
“Non conosceremo mai i veri numeri di quest’anno, poiché non esiste un’organizzazione analoga all‘Himalayan Database – afferma Arnette – È un peccato che il Club alpino pakistano non si faccia avanti per documentare accuratamente l’attività sulle montagne pakistane”.