La spedizione, finanziata dal CAI, è composta da sei giovani alpinisti e alpiniste. Insieme a Matteo Della Bordella e ai tutor, si divideranno in tre cordate autonome
Per le due alpiniste e i quattro alpinisti del CAI Eagle Team è iniziata l’avventura, il coronamento di mesi di impegno e passione per raggiungere il sogno di scalare sulle pareti di granito, spettacolari e affascinanti, delle grandi montagne della Patagonia.
Alessandra Prato (milanese, classe 1995), Camilla Reggio (torinese, classe 1996), Marco Cordin (trentino, classe 1999), Luca Ducoli (originario di Breno, in provincia di Brescia, classe 2001), Dario Eynard (bergamasco, classe 2000) e Giacomo Meliffi (originario di Urbania, in provincia di Pesaro, classe 1996) sono in arrivo nella cittadina di El Chalten, per prendere parte alle battute finali del progetto: la spedizione alpinistica promossa e finanziata dal Club alpino italiano.
A guidarli saranno Matteo Della Bordella e i tutor Massimo Faletti, Silvia Loreggian e Luca Schiera.
«La Patagonia è la conclusione logica del cammino intrapreso dai ragazzi», afferma Matteo Della Bordella. «La Patagonia di oggi, pur presentando una logistica complessa, rappresenta un punto di transizione ideale: più accessibile rispetto a Groenlandia o Himalaya, ma sicuramente un passo avanti rispetto alle Alpi. Per me, poi, queste montagne hanno un valore personale enorme e credo possano aiutare i ragazzi a completare il loro percorso di apprendimento».
«Vedere una nuova generazione di alpinisti, cresciuti in questi ultimi anni all’interno del CAI, affrontare le pareti della Patagonia è motivo di grande orgoglio», dichiara il Presidente generale del CAI Antonio Montani. «È il segno che il lavoro di formazione svolto sta dando i suoi frutti. Auguro a tutto il team buona fortuna: che questa esperienza li arricchisca non solo tecnicamente, ma anche umanamente. Torneranno con nuove competenze, ma soprattutto con gli occhi pieni di meraviglia. Il loro percorso è un esempio per tutti i giovani che sognano l’alpinismo di esplorazione».
Obiettivi: Cerro Torre, Fitz Roy e Cerro Piergiorgio
Il gruppo si dividerà in tre cordate autonome, ciascuna con obiettivi e strategie differenti. Il tutor Faletti si legherà a Meliffi e a Cordin e si concentrerà sulla zona del Cerro Torre.
Loreggian, Prato e Ducoli scaleranno nella zona del Fitz Roy, mentre Della Bordella e Schiera, con Eynard e Reggio, andranno sul Cerro Piergiorgio, dove vorrebbero provare la salita di una via nuova.
«La valle del Cerro Piergiorgio è un luogo che conosco poco e proprio per questo mi attrae. È una zona molto meno frequentata rispetto a Cerro Torre e Fitz Roy e ci sono ancora molte possibilità per esplorare e aprire vie nuove su alcune pareti di quella zona. In fondo alla valle c’è poi la spettacolare muraglia del Cerro Piergiorgio, alta quasi mille metri e senza dubbio una delle pareti più belle e difficili della Patagonia. Completare il tentativo di Maurizio Giordani e Luca Maspes su questa parete sarebbe il top del top, ma forse sto sognando ad occhi aperti», commenta Della Bordella.
Più che i risultati concreti, l’alpinista dei Ragni di Lecco auspica di trasmettere ai ragazzi l’amore per queste montagne. «Se riusciremo a scalare tre volte e i ragazzi si innamoreranno di queste cime, avrò raggiunto il mio obiettivo. Qualsiasi risultato in più sarà solo un bonus».
Il rientro in Italia della spedizione è previsto per domenica 2 marzo.
Un documentario su Focus Tv
La spedizione patagonica dei sei giovani del CAI Eagle Team sarà raccontata in primavera attraverso un documentario realizzato da Mediaset che andrà in onda su Focus Tv, canale 35. Una storia che darà spazio non solo all’avventura alpinistica, ma anche e soprattutto agli aspetti umani di questa esperienza in terra australe.