Quella giornata eterna sul Gasherbrum VII… Il primo racconto di Cala Cimenti e le prime foto
“Sono arrivato in cima al GVII, ero felicissimo, non riuscivo a crederci! Ho chiamato Erika per farle sapere che ce l’avevo fatta!”. Inizia così il racconto del torinese Carlalberto Cala Cimenti.
Prosegue Cala: “Francesco non è arrivato in cima, gli mancavano 150mt, non è riuscito a superare un crepaccio e poi era preoccupato per la discesa. Voleva conservare lucidità e forza.
Quando ho incontrato Francesco, durante la discesa con gli sci, la parte più ripida non l’avevo ancora fatta.
Quando sono arrivato in fondo gli ho scritto con l’inreach che la discesa non era semplice e di fare la prima parte dalla cima che era leggermente meno ripida per provare, e che se non si sentiva a suo agio già lì, di togliere gli sci per la seconda parte.
La montagna è molto ripida specialmente nella parte inferiore e la neve era molto dura, condizioni perfette per un buon sciatore ma che non permettono errori, lui ha fatto un errore proprio all’inizio della parte super ripida e ha iniziato a precipitare testa-piedi testa-piedi per 450mt, saltando in velocità la terminale e fermandosi solo alla base della montagna.
Nella caduta ha perso tutto, zaino e vestiti, rimanendo solo con la maglietta intima strappata.”
Quei tragici momenti Cala li ha condivisi subito con la moglie Erika. “Cala ha visto Francesco cadere. Mi ha chiamata urlando “Amore è caduto, Francesco è caduto, non si muove chiama l’elicottero. Aiutami. Chiama subito l’elicottero”
E così è partita la macchina dei soccorsi. Abbiamo fatto tutto il possibile per non perdere nemmeno un minuto di tempo. Cala è corso da Fra e mi ha richiamata “Francesco è vivo ma è grave, aiutateci”, ha fatto il possibile per prestare il primo e fondamentale aiuto.”
Il momento più difficile? “Sicuramente la sera quando ho capito che l’elicottero non sarebbe arrivato e quindi ho dovuto lasciare solo Francesco per circa 2 ore, che stavo riscaldando col mio corpo, abbracciandolo, per andare a prendere i sacchi a pelo e il fornelletto in tenda – spiega Cala – Ho seriamente temuto di trovarlo morto al mio ritorno, e invece respirava ancora. Per la seconda volta quel giorno mi ha stupito. Ha dimostrato una grande forza”.
Fratture e congelamenti per Francesco Cassardo
E’ la sorella Irene ad aggiornare sulle condizioni di salute di Francesco Cassardo, da ieri all’ospedale di Skardu dove sono stati effettuati i primi esami: “La tac non evidenzia nessun trauma alla colonna cervicale, nessun trauma all’addome e nessun versamento, nessun trauma e versamento al cervello. Ha una frattura ad un polso e forse al gomito. Forse anche qualche dito. Ci sono congelamenti alle dita delle mani e al naso. Se è in grado di volare domani mattina potrebbero spostarlo a Islamabad.”
Oggi i genitori di Francesco Cassardo partiranno per il Pakistan per riabbracciare lo scalatore torinese.
“Contiamo di riportarlo a casa al più presto” scrive la sorella Irene. (Fonte: FraCassa – Peak Doc)