Situazione allarmante sui ghiacciai del Grand Etrét (Valsavarenche) e Ciardoney (Val Soana), accumuli nevosi inferiori a metà del normale, e fusione in anticipo di un mese e mezzo
La concomitanza di una straordinaria siccità invernale-primaverile, iniziata a novembre 2021 e tuttora in corso, e di un maggio 2022 precocemente estivo ha determinato un’eccezionale carenza di neve sui ghiacciai del Parco Nazionale Gran Paradiso.
La marcata anomalia, che pone i presupposti per gravose perdite di massa glaciale nell’estate 2022, è stata documentata dalle misure effettuate dal team del Corpo di Sorveglianza specializzato nel monitoraggio dei ghiacciai sul ghiacciaio del Grand Etrét in Valsavarenche e, in collaborazione con la Società Meteorologica Italiana, su quello del Ciardoney in Valle Soana.
Ghiacciaio del Grand Etrét
Inizio di stagione allarmante per il Ghiacciaio del Grand Etrét. I dati rilevati giovedì 26 maggio 2022 con le misurazioni dell’accumulo nevoso non lasciano presagire nulla di buono per la salute del ghiacciaio nell’estate 2022. Un inverno drammatico per la scarsità delle precipitazioni nevose e le elevate temperature del mese di maggio hanno spogliato precocemente di neve il vallone del Grand Etrét, e i guardaparco saliti sul ghiacciaio per i rilievi sono stati costretti a un lungo avvicinamento a piedi con l’attrezzatura da sci-alpinismo sulle spalle, senza precedenti dall’anno 2000, e hanno potuto calzare gli sci con continuità solo oltre i 2500 m di quota.
L’accumulo di neve medio sul ghiacciaio è risultato di 127 cm, valore più basso in assoluto della serie storica e inferiore di circa il 62% rispetto alla media del periodo 2000-2021 (331 cm), mentre la densità media della neve è di 416 kg/m³, inferiore di circa l’11% rispetto alla media (468 kg/m3).
Analogamente, pure l’equivalente in acqua del manto nevoso, 606 mm nell’insieme del ghiacciaio, rappresenta un record negativo, pari a -62% della media 2000-2021 (1587 mm).
Viste le premesse primaverili il ghiacciaio rischia di perdere rapidamente le scarne “scorte” di neve accumulate e di vedere pesantemente intaccato dalla fusione il suo capitale di ghiaccio.
Ghiacciaio Ciardoney
Situazione analoga sul ghiacciaio Ciardoney, sorvegliato dalla Società Meteorologica Italiana dal 1986 per le variazioni della fronte e dal 1992 per il bilancio di massa con la collaborazione dell’Ente Parco e di Iren Energia.
Alla stazione meteorologica sul pianoro antistante il ghiacciaio (2850 m) il manto nevoso è scomparso già il 24 maggio 2022 con un anticipo di un mese e mezzo rispetto alla media dell’ultimo decennio (9 luglio). Le misure di accumulo del 1° giugno sul ghiacciaio hanno confermato la situazione di scarsità estrema con spessori di neve decrescenti da 165 cm nel punto più elevato (Colle Ciardoney, 3120 m) ad appena 25 cm nel settore mediano, equivalenti nel complesso a una lama d’acqua di 390 mm – ovvero circa 202.000 m3 – un quarto del normale (1579 mm) e minimo della serie iniziata nel 1992, ma ragionevolmente anche su tempi molto più lunghi.
Con incredibile anticipo, parte del ghiacciaio potrebbe cominciare a “scoprirsi” dalla neve invernale entro la metà di giugno, e anche in questo caso la situazione attuale lascia presagire imponenti perdite di massa glaciale durante l’estate, anche qualora le temperature non fossero particolarmente elevate.
Il lavoro sui ghiacciai riprenderà alla fine dell’estate per il rilievo dell’ablazione, ovvero il calcolo del quantitativo di neve e di ghiaccio fusi al termine della stagione estiva, attività che si svolge nel mese di settembre.
Per approfondimenti sulle rilevazioni al ghiacciaio del Ciardoney è possibile visitare il sito della Società Meteorologica Italiana