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31 Maggio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Charlotte Fox, sopravvissuta alla tragedia del ’96 sull’Everest, muore cadendo dalle scale

Charlotte Fox con il suo cane Gus a Ouray. Foto: Amy Denicke

Aveva appena compiuto 61 anni

Destino bizzarro per l’alpinista americana Charlotte Fox, 61 anni compiuti il 10 maggio, è morta in seguito ad una caduta dalla scala, nella sua casa di Telluride, in Colorado.

Fox era sopravvissuta alla tragedia del 1996 sull’Everest. Lei e altri alpinisti (clienti di una spedizione commerciale) rimasero bloccati in quota, sul “tetto del mondo”, a causa di una bufera che li sorprese durante la discesa dalla vetta. Morirono otto persone, tra cui la guida Scott Fischer. Charlotte e altri alpinisti furono salvati nella notte dall’intervento di un’altra guida dell’agenzia, Anatolj Boukreev.
In questa tragica circostanza, le lenti a contatto le si congelarono sugli occhi. Accusò, inoltre,  principi di congelamento ai piedi, ma non subì amputazioni.

A questo fatto, seguirono molte polemiche nel mondo dell’alpinismo: sotto accusa le spedizioni commerciali e le loro guide, portate a soddisfare i clienti paganti, a scapito della loro sicurezza. La tragedia fu raccontata anche in un film, Everest.

Charlotte Fox è stata la prima donna americana a scalare tre cime di 8000 metri (Everest, Cho Oyu e Gasherbrum II) e la prima donna americana a raggiungere la vetta del Gasherbrum II in Pakistan. Ha scalato montagne in tutto il mondo.

“Era molto motivata e determinata come alpinista, ma era anche molto affettuosa, generosa e premurosa con i suoi amici”, ha riferito Kim Reynolds, amica di Fox, al Telluride Daily Planet.