MENU

3 Maggio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Trento Film Festival 2018 · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

“Chiodo d’Oro Sosat 2018” ad Aldo Leviti e Francesco Salvaterra

logo Sosat

La consegna avverrà oggi 3 maggio (ore 18) nel corso di “Cordate nel futuro”, evento in programma al 66° Trento Film Festival

“Cordate nel futuro”, manifestazione nata  in Sosat 21 anni fa, in collaborazione con il Trento Film Festival,  è l’incontro tra vecchie e nuove generazioni  di alpinisti, ospiti della rassegna. Intende esaltare gli alti valori morali quali: l’amicizia, la solidarietà e la riconoscenza, che sono parte fondante del patrimonio della Sosat, sin dal 1921, anno di fondazione del sodalizio operaio.

Ed è in questo ambito che la Sosat, assegna annualmente,  nella  propria sede di via Malpaga 17 a Trento,  il “Chiodo d’Oro”. Quest’anno il riconoscimento andrà all’alpinista veterano Aldo Leviti e al giovane alpinista Francesco Salvaterra.

Queste le motivazioni:

Aldo Leviti è un alpinista non giovane di età, ma il suo spirito e la sua passione sono gli stessi di quando ha incominciato ad andare sulle vette. Con la sua personalità, il suo stile innovatore e la sua umanità, ha effettuato scalate di prima grandezza, lasciando una traccia importante nell’alpinismo trentino, nazionale e internazionale. Egli è un esempio per le giovani generazione e non solo, per questo la Sosat conferisce ad Aldo Leviti il Chiodo d’Oro 2018, quale alpinista veterano.

Francesco Salvaterra è una delle avanguardie dell’alpinismo trentino, che ci fa capire come l’alpinismo abbia un futuro su nuovi orizzonti. Egli ricerca nuove avventure ed esplora in territori lontani, ma è capace di trovare nuovi orizzonti sulle vette vicino a casa. Per questi motivi, la Sosat conferisce a Francesco Salvaterra il riconoscimento Chiodo d’Oro 2018, quale alpinista giovane.

Aldo Leviti

Aldo Leviti. Fonte: predazzoblog.it

Nato il 23 agosto del 1950 a Frauenfeld Thurgau (Svizzera) da genitori emigranti di originari della
Valsugana della frazione di Casetta comune di Bieno. Aldo Leviti conosce la passione per la
montagna, appena l’età lo consente, in maniera del tutto naturale seguendo un proprio istinto. Il
fatto di aver vissuto in mezzo ai boschi sulle pendici dei Lagorai ha spinto la sua curiosità al di là
delle cime che sovrastano la frazione, verso le vette più alte. In giovanissima età, si esprime a
proprio agio sulle vie dolomitiche che percorre, da capocordata, per la prima volta a soli 15 anni. Le
prime salite di un certo rilievo, specialmente le prime solitarie e le prime invernali fanno notizia e
interessano i giornali locali. La Guardia di Finanza gli offre di entrare nel Corpo Speciale degli
Istruttori di alpinismo del Passo Rolle, cosa che gli ha permesso di affinare le capacità sciistiche.
Nel 1975 diventa Maestro di sci, nel 1976 è Aspirante Guida Alpina e tre anni dopo Guida Alpina.
Nel 1980 si impegna nei corsi di formazione per Guide Alpine come istruttore, attività tuttora
svolta. Le più significative salite di Aldo Leviti: Direttissima parete Est e Parete Nord del
Catinaccio, Parete Nord-Ovest Cima Terranova del Gruppo Civetta, Parete Sud del Pilastro di
Roces della Tofana di Roces, Parete Sud-Ovest Cima Scotoni Gruppo Fanes, Parete Sud-Ovest
Cima Fanes, Parete Sud Punta Penia Marmolada, Parete Sud Cima Larsei Sella, Parete Ovest Sass
Pordoi, Parete Sud Piz Ciavazzes, Parete Sud prima Torre Sella, Parete Sud Torre di Roces, Parete
Ovest primo contrafforte Mulaz. Una cinquantina di prime ascensioni sulle Pale di San Martino,
decine di vie nuove nel Gruppo del Lagorai e tante altre prime ascensioni di difficoltà estrema. Tra
le sue imprese più significative vanno citate: la prima invernale al Pilastro Nord-Est del Sasso
Lungo, prima invernale alla Via Livanos sulla Parete Est del Catinaccio, prima invernale alla Via
Loredana sul Torrione Aurelia (Gruppo Sella). Nel Gruppo del Bianco ha ripetuto le vie più
difficili. L’attività di Leviti non si è limitata alle Alpi, ma si è estesa anche alle montagne
extraeuropee. Negli USA, California: El Capitan via del Naso, via Zodiac; Half Dome: via Regular;
Washington Column: Via Regular, via the Prow in solitaria. Colorado: prima italiana al Naked Edge
5.11 a vista, prima italiana al Long’s Peak via D7 5.10, Black Canyon of Gunninson Via nuova
“Val di Fiemme”. In Patagonia: Aguja Marmoz via nuova. Himalaya: Partecipazione Spedizione
Everest due tentativi senza ossigeno: il primo a quota 7500 metri, il secondo a quota 8500 metri.
Spedizione alla Sud del Lhotse fino a 7300 metri. Prime ascensioni assolute, prime invernali e
prime solitarie sono il curriculum di questo alpinista: una serie impressionante di salite che lo
qualificano non soltanto quale uno dei più validi alpinisti italiani bensì anche quale esempio tra i più
significativi. Dotato di personalità vivacissima, si può affermare che Aldo dedica la sua esistenza
alla montagna: lo fa da professionista con il suo lavoro di Guida Alpina e di Maestro di sci, lo fa per
passione salendo sulle vette delle montagne più ardite e…oltre.

Francesco Salvaterra

Francesco Salvaterra. Fonte: facebook

Nato l’11 agosto del 1989 è diplomato perito agro-ambientale e vive a Tione. Francesco seguendo
la sua passione ha mantenuto fermo le competenze ambientali e si è dedicato alla montagna
diventando guida alpina nel 2014. Un lavoro che fa a tempo pieno, passando sulle montagne di casa
o in giro per il mondo almeno 250 giornate all’anno. Egli considera tra i luoghi più belli al mondo le
montagna a due passi da casa: Dolomiti di Brenta e l’Adamello-Presanella, dove non c’è limite alle
possibilità di vivere la montagna in tutte le stagioni. Salvaterra ama la montagna e la sua
professione di guida ed ama documentare le sue esperienze con foto e report per poter trasmettere
almeno in parte le indelebili emozioni che la montagna sa regalare. La sua prima in Argentina a
vent’anni si è innamorato delle vette della Patagonia. Francesco è oltre che guida alpina anche
bagnini di salvamento e maestro di nuoto, accompagnatore di mountain bike e pilota di parapendio
biposto. Ha aperto numerose vie nuove sulle montagne di casa l’Adamello Presanella e sulle
Dolomiti di Brenta, nella valle del Sarca, in Sardegna ed in Patagonia. Ho ricevuto nel 2014 il
Premio Paolo Consiglio per la miglior spedizione extraeuropea.

Albo del Chiodo d’Oro Sosat
2006 Franco Pedrotti – Diego Filippi
2007 Giuliano Giovannini – Angelo Giovannetti
2008 Almo Giambisi – Bruno Menestrina
2009 Cesare Maestri
2010 Mariano Frizzera
2011 Giuliano Stenghel
2012 Antonio Zanetti
2013 Palma Baldo – Giovanni Groaz
2014 Dario Sebastiani – Alessandro Beber
2015 Marco Pegoretti & Edoardo Covi – Gianni Canale & Aldo Mazzotti
2016 Gino Battisti – Tomas & Silvestro Franchini
2017 Claus Carlo – Della Maria Christian
2018 Aldo Leviti – Francesco Salvaterra