Spedizione russa al Cho Oyu, Nepal, novembre 2024 ©Andrey Vassiliev
Andrei Vasiliev: “La scelta della via era sensata. Non abbiamo raggiunto la vetta ma abbiamo acquisito esperienza preziosa”
Il team russo guidato da Andrei Vasiliev, rientrato in sicurezza a Gokyo il 10 novembre dopo il
fallito tentativo sul versante nepalese del Cho Oyu, ha divulgato le prime foto della spedizione, tra cui quella del ‘Dip’, la profonda cavità dove si incontrano le pareti dei due versanti: quello nepalese e quello tibetano
. Si tratta del punto chiave della Cresta Est
. Qui, Vasiliev con Vitaliy Shipilov, Sergey Kondrashkin e Kirill Eizeman hanno dovuto calarsi per poi risalire, affrontando l’impegnativo traverso sul versante tibetano.
La squadra non è però riuscita a raggiungere il bivacco oltre il Dip e non avendo più tempo a disposizione né energia per mettere in sicurezza il percorso ha rinunciato alla vetta.
“Il Cho Oyu dal versante nepalese era un mio chiodo fisso da molto tempo, ho dedicato molte risorse per realizzare questo sogno, ma sfortunatamente non si è avverato – scrive Vasiliev – Ma va bene, non rimpiango nulla. La scelta della via era sensata.”
“Ci abbiamo provato tantissimo, abbiamo dato il massimo e siamo andati vicini all’obiettivo – continua il capospedizione – Ma la decisione di abbandonare il tentativo è stata sicuramente quella giusta; le motivazioni saranno dettagliate in seguito. Come al solito è una storia complessa”.
Cho Oyu, Cresta Est, Nepal: la profonda cavità o Dip. ©Andrei Vasiliev
Di seguito, i risultati della spedizione e alcune riflessioni, pubblicate da Andrei Vasiliev:
Conclusioni:
• La squadra non ha raggiunto la vetta del Cho Oyu.
• [I membri della spedizione] hanno attraversato il “Dip” e completato il traverso, un’impegnativa sezione. Sono arrivati a circa quattro tiri (due di roccia e due ripidi di neve) dal punto di bivacco notturno pianificato oltre il Dip.
• La decisione di tornare indietro è stata chiara e corretta, anche se impegnativa, e le motivazioni saranno dettagliate in seguito.
Dettagli tecnici:
• La spinta finale è durata 14 giorni, di cui 9 notti sopra i 7000m (con notti trascorse a 7100m, 7300m, 7700m e oltre 7800m).
• La squadra di quattro elementi, ha completato 35 tiri di 50m sulla via. Ha trasportato 20 corde (1 km in totale) e scavato tre rifugi nella neve a 6100m, 7100m e 7700m per ripararsi, ed evitare così di trasportare una tenda su e giù per la montagna.
Sezioni Chiave:
• Una sezione verticale di neve a 7000m.
• Due ripide sezioni di ghiaccio a 7500m e 7800m.
• La cresta verso il Dip presentava uno stretto sentiero con cornicioni di neve su un lato e un ripido pendio sull’altro, rendendo difficile una protezione adeguata.
• Dopo il Dip, la parte più impegnativa è stata il traverso su roccia frastagliata con cornicioni stretti e protezione complessa.
Kirill Eizeman, nonostante la mancanza di esperienza ad alta quota, ha guidato tutti i tiri chiave.
Spedizione russa al Cho Oyu, autunno 2024: cresta Est ©Andrei Vasiliev
Meteo e Attrezzatura:
• Le condizioni sono state accettabili fino alla cresta principale, con caldo intenso diurno a 5800-7000m.
• L’attrezzatura essenziale comprendeva tute in piumino, indossate continuamente sopra i 7000m, oltre ad una coperta sintetica leggera che sostituiva i sacchi a pelo, per diminuire il peso.
Analisi:
• Un cambio di programma si è verificato durante la terza uscita a causa del maltempo e del malessere del caposquadra, incidendo sulla capacità del team di raggiungere la cresta principale.
• Una forte tempesta di neve a fine settembre ha ritardato la partenza e aumentato il carico di lavoro a causa della neve profonda, incidendendo sull’intera spedizione.
Spedizione russa al Cho Oyu, versante nepalese, autunno 2024. ©Andrej Vasiliev
Visione ottimistica del risultato:
• Il team ha maturato un’esperienza inestimabile in alta quota, rafforzando le proprie capacità per future scalate tecniche in piccole squadre.
• La via, seppur lunga e tecnicamente difficile, si è rivelata fattibile per un piccolo gruppo e ha migliorato le competenze alpinistiche del gruppo.
Riflessioni di Andrey Vasiliev:
• “Il Cho Oyu dal versante nepalese occupava i miei pensieri da molto tempo, ho dedicato molte risorse a questo sogno, ma sfortunatamente non si è avverato. Questo è il mio rammarico. Ma va bene, non mi pento di nulla. La scelta della via era sensata. Abbiamo vissuto un po’ di vita qui. Quando sono salito ho deciso di vivere semplicemente sulla montagna, giorno dopo giorno, come se non potesse essere diversamente. E’ stata un’esperienza unica, ricca di emozioni intense”.
Spedizione russa al Cho Oyu, versante nepalese, autunno 2024. ©Andrei Vasiliev