Il freerider francese e l’alpinista cileno hanno perso la vita mercoledì scorso. In corso un’indagine per accertare le cause della tragedia
Il mondo dello sci freeride e dell’alpinismo è in lutto per la tragica scomparsa dello sciatore francese Christophe Henry, conosciuto come “Tof”, e del cileno Juan Señoret, guida di alta montagna e alpinista. I due hanno perso la vita mercoledì scorso sulla parete Nord del vulcano Puntiagudo (2.495 m) nella regione di Los Lagos, in Cile.
A dare l’allarme lo sciatore cileno Mathurin Vauthier, terzo membro del team, che ha riportato lievi ferite.
Le autorità hanno riferito che, finora, non sono stati rilasciati ulteriori dettagli su ciò che è effettivamente accaduto sul Puntiagudo. La Delegazione presidenziale regionale ha ipotizzato la possibilità che siano stati travolti da una valanga, ma la Procura non esclude una caduta.
All’operazione di salvataggio hanno partecipato Senapred, Socorro Andino, Samu e Carabineros, che hanno recuperato i corpi a circa 1700 m di quota, su un pendio ghiacciato. Le salme sono state trasportate a Osorno.
Il direttore regionale del Servizio nazionale di prevenzione e risposta ai disastri (SENAPRED) di Los Lagos, informa che è in corso un’indagine per accertare le cause della tragedia.
Si attendono ulteriori informazioni.
Tof Henry
Tof Henry, classe 1984, era un talentuoso sciatore di Chamonix, istruttore e stella del freeski. Leggenda delle discese estreme, era particolarmente noto per la sua velocità sui terreni ripidi. Nel 2018 è stato il primo a scendere con gli sci la parete nord dell’Aiguille de Triolet, insieme a Jonathan Charlet.
Nelle Ande cilene aveva recentemente sciato montagne come il Cerro Castillo, il Cerro Peñón o il Cerro Chocolate.
In un’intervista riasciata a Skiinfo, ha raccontato la sua passione per lo sci e, negli ultimi anni, per il Cile: “Sulle Ande ho potuto sviluppare qualcosa di incredibile. Le montagne sono enormi e magnifiche. […] Lì ho amici molto stretti con i quali ho vissuto avventure che mi rimarranno impresse per sempre”. “Su una linea di 45-50 gradi, quando si va a più di 100 km/h, c’è davvero un momento in cui si smette di toccare la neve tra una curva e l’altra – dichiarò nella stessa intervista – È difficile da descrivere o da spiegare… è un po’ come una caduta libera!”. Qualche settimana prima, Tof aveva completato la sua prima discesa integrale del Cerro Castillo, una rampa con una pendenza fino a 50 gradi, con le guide locali Diego Sàez e Raimundo De Andraca.
Juan Señoret
Il cileno Juan Señoret, 36 anni, guida UIAGM-IFMGA, era anche un eccellente alpinista, con all’attivo alcune notevoli aperture in Cile insieme al fratello Cristòbal, come ‘Dos Hermanos’ (800 m, 5.11+, A0), una nuova via sulla parete nord-est del Cerro Catedral nel massiccio delle Torri del Paine, recentemente inclusa nella Big List (migliori attività dell’anno) della commissione di esperti dei Piolets d’Or.
Già nel 2015, i due giovani fratelli stupirono con la traversata che collegava le tre Torri del Paine, realizzata in tre giorni, insieme all’argentino Iñaki Coussirat (morto l’anno successivo a causa di una frana sul Fitz Roy).
Nel gennaio 2021 la loro famiglia fu colpita da un grave lutto: il fratello Diego, anch’egli scalatore di spicco, morì in un incidente stradale all’età di 33 anni.
Diego e Juan, insieme a Max Didier, avevano aperto Camino del puma (700 m, 7a) sul remoto Cerro Küralemu nel 2017, nell’ambito del loro progetto “7 Great Virgin Vertical Walls”, con il quale inseguivano linee andine da sogno rimaste inviolate.