L’alpinista altoatesino realizza la prima salita in solitaria di una via di 550 metri sulla Cima Scotoni, nelle Dolomiti, e la dedica all’amico Gerry Fiegl
Simon Gietl è rientrato da un paio di settimane dal Pakistan, dove ha trascorso l’estate con Thomas Huber, Reiner Treppte e Yannick Boissenot con l’obiettivo principale di salire la parete nord del Latok I, progetto che non è riuscito a portare a compimento a causa delle condizioni meteorologiche avverse.
Al suo ritorno a casa, l’alpinista ha riferito di una salita in Dolomiti – avvenuta poco prima del suo viaggio.
Teatro dell’impresa, la Cima Scotoni (2874 m), dove anni fa pensava di aprire una nuova via con l’amico Gerry Fiegl. Purtroppo la morte di Fiegl, avvenuta nel 2015 durante una spedizione al Nilgiri Sud (massiccio dell’Annapurna) con Hansjörg Auer e Alex Bluemel, impedì lo sviluppo del progetto. Gietl: “era stato lui a chiedermi se volevo aprire questa via insieme a lui, mi aveva detto che gli dovevo dare la mia parola! E gliel’ho data.”.
Nel 2016, Gietl decise di provare a realizzare il piano condiviso con l’amico scomparso e, a settembre iniziò a lavorare al progetto. Dopo un totale di 9 giorni in parete (tra il 2016 e il 2018), il suo sogno si è avverato! A fine dello scorso giugno ha compiuto la prima salita in solitaria di questa nuova linea di 21 tiri che sale per 550 metri, superando difficoltà fino all’VIII+/A2. Una volta in cima, sopraffatto dall’emozione, Simon Gietl ha gridato: “Grazie Gerry… Puoi sentirmi?”. Da qui, il nome della nuova via.