Lo scalatore americano ha annunciato per la stagione primaverile il suo tentativo sulla prima e la quarta montagna più alta del mondo senza O2 supplementare e in un’unica spinta
Lo scalatore americano Colin O’Brady, questa primavera tenterà la salita di due Ottomila – Everest (8.848 m) e Lhotse (8.516 m) – senza ossigeno supplementare. Colin salirà l’Everest dal versante Sud del Nepal e, con un’unica spinta, traverserà fino alla vetta del Lhotse prima di scendere in sicurezza al Campo Base.
Lo statunitense ha già scalato la montagna più alta del mondo utilizzando ossigeno supplementare nel maggio del 2016, nell’ambito del suo progetto Explorers Grand Slam e Seven Summits.
La moglie di Colin, Jenna Beshaw, lo accompagnerà all’Everest con l’intento di scalare il Lobuche East e raggiungere il Campo 2 del “Tetto del Mondo”.
All’Everest in primavera ci saranno anche i connazionali di O’Brady, Jon Kedrowski e Mike Posner.
Il progetto originale
Il progetto originale prevedeva un tentativo sull’Everest dal versante Nord (Cina/Tibet) nella primavera del 2020. A seguito della pandemia di Covid-19, delle continue restrizioni di viaggio e della chiusura del versante Nord agli stranieri da parte della Cina e al drammatico esito della spedizione invernale al K2, Jenna ha deciso di rinunciare all’Everest quest’anno, mentre Colin ha scelto di tentare la traversata Everest-Lhoste.
Juan PabloMohr, la fonte di ispirazione
Durante il tentativo invernale sul K2 2020-2021, Colin ha conosciuto Juan Pablo Mohr. I due sono diventati subito amici e hanno trascorso diverse settimane in tenda, in attesa che il tempo migliorasse. J.Pablo parlò a Colin del suo recente “doppio tentativo” Everest-Lhotse senza O2 supplementare e lo incoraggiò a misurarsi su quelle cime.
Durante l’invernale, Juan Pablo con John Snorri e Ali Sadpara, oltre ad altri due scalatori, Atanas Skatov e Sergi Mingote, morirono tragicamente e Colin fu uno degli ultimi a vederli in vita a Campo 3. Questa primavera, Colin intende rendere omaggio ai suoi amici, dedicando loro questa traversata. Porterà le bandiere dei loro paesi in cima alle due vette per celebrare le loro vite, vissute con passione fra queste montagne.
Un po’ di storia …
Nel 2017 Ueli Steck tentò di completare la prima traversata di queste due vette senza ossigeno supplementare. Purtroppo, Steck morì sul Nuptse, una cima limitrofa, mentre si preparava alla traversata. Sia Anatoli Boukreev (1996) che Juan Pablo Mohr (2019) effettuarono la scalata di Everest-Lhotse senza ossigeno supplementare. Mohr impiegò 6 giorni e 20 ore per battere il record di Boukreev, che attraversò dalla cima dell’Everest al Lhotse, tra il 10 e il 17 maggio 1996.