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2 Marzo 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Europa · Resto del Mondo

Crisi Russia-Ucraina: le reazioni della comunità alpinistica

Fonte:Altalex

Alpinisti russi si schierano apertamente contro l’invasione in Ucraina

Giovedì 24 febbraio, l’intervento militare russo contro l’Ucraina creava sconcerto in tutto il mondo. A sei giorni di distanza, la capitale  Kiev resiste ai bombardamenti malgrado  l’offensiva russa sia stata intensificata. Cresce il numero delle vittime su entrambi i fronti così come quello dei rifugiati ucraini che cercano scampo oltre confine, e in questo drammatico scenario sembrano affievolirsi le speranze di una soluzione negoziale.

Molti alpinisti non hanno commentato; altri hanno postato generici ‘No War’, ma con il passare dei giorni e l’espandersi del conflitto, sempre più voci hanno iniziato a condannare l’invasione russa. Altri puntano il dito sulle responsabilità della NATO o  citano i precedenti problemi nella regione del Donbass, altri ancora ritengono sia ipocrita criticare l’attacco all’Ucraina tacendo su altri conflitti armati nel mondo.

A sorpresa, alcuni autorevoli rappresentanti della comunità alpinistica russa, hanno pubblicato apertamente il loro dissenso sui social media.

“Non voglio la guerra e non l’ho mai voluta – scrive  Anna Piunova di Mountain.ru – Per me “ucraini” non è una categoria impersonale e stigmatizzante ma Misha Fomin,  Nikita Balabanov, Slava Polezhayko, Igor Chaplinskiy, Serik Kazbekov, Vitalik Skorik,  Andrey Krivonos,  Zhenja Krivosheitsev, Mikhailo Shalagin, Maks Petrenko, e molti altri sono miei cari amici. Andranno in guerra per proteggere il loro paese e le loro famiglie e noi li uccideremo… Mi scrivono: Anna, sei monitorata… Semplicemente, non voglio una guerra…”

Mountain.ru ha pubblicato un appello,  invitando la comunità alpinistica russa  a  sottoscriverlo. In questo documento, firmato anche dal premio Nobel Dmitry Muratov, si legge:

“Lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina è una VERGOGNA. Questa è la NOSTRA vergogna, ma, sfortunatamente, anche i nostri figli, una generazione di russi molto giovani e non ancora nati, dovranno assumersene la responsabilità. Non vogliamo che i nostri figli vivano in un paese aggressore, in modo che si vergognino che il loro esercito abbia attaccato uno stato indipendente vicino. Chiediamo a tutti i cittadini russi di dire NO a questa guerra.
Non crediamo che un’Ucraina indipendente rappresenti una minaccia per la Russia o per qualsiasi altro Stato, non crediamo alle affermazioni di Vladimir Putin secondo cui il popolo ucraino è sotto il dominio dei “nazisti///Tovs” e ha bisogno di essere “liberato”. Chiediamo la fine di questa guerra!”

Anche l’alpinista russo  Alexander Gukov sta invitando la comunità alpinistica russa a sottoscrivere la  “lettera aperta” a Vladimir Putin contro le operazioni militari in Ucraina:

“Noi scalatori russi ci opponiamo alle azioni militari che l’esercito russo sta conducendo sul territorio ucraino. Sappiamo in prima persona quanto sia fragile la vita umana. Consideriamo un crimine che l’esercito russo invada il territorio dell’Ucraina, a causa del quale soffrono le persone di entrambi i paesi. Questa è una macchia nella storia della Russia, con la quale dovremo convivere non solo noi, ma anche i nostri figli.
Gli ucraini sono i nostri fratelli con i quali abbiamo una storia millenaria. Gli ucraini sono nostri amici, fianco a fianco passiamo attraverso le prove più terribili e condividiamo le difficoltà in montagna.

Non possiamo accettare la perdita ingiustificata di vite di entrambe le parti e l’incitamento all’odio tra i nostri popoli e chiediamo la cessazione immediata delle ostilità.”

La posizione delle Federazioni internazionali

Intanto, la Federazione Internazionale di Arrampicata Sportiva (IFSC) ha sospeso la Coppa del Mondo Boulder e Speed in programma  a Mosca e attuato nuove misure in data 2 marzo.

Allo stesso modo, l’UIAA Ice Climbing World Tour ha cancellato due eventi  in Russia, così come la Federazione Internazionale di Sci Alpinismo (ISMF) annullerà gli eventi sportivi previsti in Russia per la stagione 2021-2022.

Anche la  Federazione Internazionale di Skyrunning ha condannato l’attacco russo in Ucraina e l’appoggio della Bielorussia, in linea con la netta presa di posizione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), escludendo gli atleti russi e bielorussi dalle competizioni internazionali.

Il dramma degli apinisti ucraini

Irina Galay. Fonte profilo facebook

Solo due settimane fa, alcuni alpinisti ucraini pianificavano le loro spedizioni, ora indossano divise militari per difendere il loro Paese. E’ il caso di Irina Galay, prima donna ucraina in vetta all’Everest e al K2, con in programma il tentativo all’Annapurna questa primavera.

Lo stesso vale per Viacheslav Polezhaiko, Nikita Balabanov e Mikhail Fomin, autori a novembre 2021 della prima salita della cresta sud-est dell’Annapurna III (7.555 m). L’alpinista americano Colin Haley ha dedicato un post all’amico ucraino Balabanov, con cui ha scalato sulle Alpi e in Kirghizistan, e ai suoi due compagni di cordata:

“Ho incontrato Nikita al Karakoram, insieme ai suoi compagni di arrampicata Misha e Slava. Lo scorso autunno questi tre ragazzi hanno fatto una fantastica ascesa di una via enorme e difficile sull’Annapurna III (foto 3) – la via del 2021 che, secondo me, merita di più un Piolet d’oro. Incredibilmente, tre degli alpinisti attualmente più cazzuti  della Terra, corrono un rischio molto reale di essere uccisi nel prossimo futuro dai militari russi. Questi tre ucraini stanno attualmente cercando di portare le loro famiglie in luoghi sicuri, e poi sono pronti a prendere un AK per cercare di difendere la loro patria da uno dei più grandi militari della Terra. Potrebbe sembrare folle, e potrebbe essere più saggio arrendersi, ma immagina che i missili stiano atterrando nella città dove vivono i tuoi genitori e i tuoi nonni, che i carri armati stiano avanzando nel quartiere dove giocano i tuoi figli. Tieni presente anche che la conseguenza della perdita di questa guerra è vivere sotto il dominio dello stesso dittatore che in questo momento sta bombardando la tua città. Questi non sono ragazzi cresciuti sognando di andare in guerra: sono persone amiche, normali che amano scalare le montagne, amano le loro famiglie e vogliono solo vivere una vita serena. Capisco perfettamente perché la NATO è titubante a mandare truppe a difendere l’Ucraina – dopotutto nessuno vuole una terza guerra mondiale – ma il mondo dovrebbe solo guardare mentre un paese pacifico viene massacrato dal bullo più grande  (sono pienamente consapevole del fatto che nella storia quei “bulli più grandi” sono stati spesso gli Usa, il paese dove sono nato)? Non conosco abbastanza la guerra e la politica mondiale per sapere esattamente cosa dovrebbe fare la NATO, ma spero che la comunità internazionale faccia qualcosa molto rapidamente per aiutare l’Ucraina: la vita dei miei amici potrebbe letteralmente dipendere da questo aiuto. Questa non è una guerra tra popolo ucraino e popolo russo. Sono sicuro che un numero enorme di russi si oppone a questa invasione, e speriamo continuino a protestare. Questa è una guerra tra il popolo ucraino e un dittatore che controlla un enorme esercito.”