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29 Luglio 2020

Hiking e Trekking · Walking · Europa

Cucciolo di San Bernardo salvato sulla cima dello Scafell Pike

Salvataggio di Daisy, la femmina di San Bernardo in difficoltà sullo Scafell Pike. Foto: Wasdale Mountain Rescue Team. Fonte: BBC

La femmina di San Bernardo è stata recuperata dalla montagna più alta d’Inghilterra. L’operazione di salvataggio è stata condotta dal Wasdale Mountain Rescue Team

Un “adorabile” cane di San Bernardo, dolorante alle zampe posteriori, è stato salvato venerdì dalla montagna più alta d’Inghilterra.

Daisy, una cucciola di San Bernardo di 4 anni e del peso di circa 55 kg, durante un’escursione con i suoi proprietari, è crollata dalla stanchezza e non si è più voluta muovere mentre scendeva dalla cima dello Scafell Pike (978 m).

Sedici soccorritori del Wasdale Mountain Rescue Team, allertati,  si sono attivati rapidamente per aiutare il cane in difficoltà, dopo  essersi consultati con i veterinari locali sul modo migliore per recuperarlo.

I proprietari di Daisy hanno continuato ad idratarla e a nutrirla mentre il team ha raggiunto la loro posizione. I soccorritori hanno somministrato alla femmina di San Bernardo medicinali per il dolore insieme a qualche ghiotto bocconcino.

Quindi il team ha assicurato il cane su una barella e lo ha condotto giù dalla montagna. Daisy, ora si è completamente ristabilita, ha riferito il team.

L’incredibile senso dell’olfatto dei cani di San Bernardo ha salvato migliaia di persone nel corso di operazioni di salvataggio in montagna. In questa occasione, l’uomo ha salvato il cane.

Le origini dei cani San Bernardo

La presenza di tali cani al Colle del Gran San Bernardo, risale alla seconda metà del Seicento. Probabilmente i primi cani vennero donati ai canonici residenti presso l’Ospizio situato al Colle San Bernardo verso il 1660, dalle famiglie nobili del Vallese, per la guardia e la protezione dell’Ospizio stesso dai non infrequenti malintenzionati ma anche per numerosi altri impieghi, dal trasporto di piccoli carichi, alla fornitura di forza motrice. Ma l’impiego che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici nel tracciare la via nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe e ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo.